mercoledì 9 aprile 2025

Gli anni – Annie Ernaux

“Tutte le immagini scompariranno.” 

 “Come il desiderio sessuale, la memoria non si ferma mai. Appaia i morti ai vivi, gli esseri reali a quelli immaginati, il sogno alla storia.” 

 “Nelle conversazioni attorno a una tavolata in festa saremo soltanto un nome, sempre più senza volto, finché scompariremo nella massa anonima di una generazione lontana.” 

 “I giorni di festa dopo la guerra, nella lentezza interminabile dei pranzi, sbucava dal nulla e prendeva forma il tempo già cominciato, quello che talvolta sembrava paralizzare i genitori quando si dimenticavano di risponderci, gli occhi fissi nel vuoto, il tempo in cui noi non eravamo, in cui non saremmo mai stati, il tempo di prima.” 

 “Nei tempi andati di cui si narrava c’erano soltanto guerre e fame.” 

 “L’unica cosa certa è il suo desiderio di diventare grande. E l’assenza di questo ricordo: quello della prima volta in cui le è stato detto, davanti alla foto di un infante con una camiciola seduto su un cuscino, in mezzo a immagini identiche, ovali e di color bistro, questa sei tu, obbligata a riconoscere se stessa in quell’altro, un essere paffuto che aveva vissuto un’esistenza misteriosa in un tempo scomparso.” 

 “Vivevamo nella scarsità.” 

 “Il silenzio era il sottofondo delle cose e la bicicletta misurava la velocità della vita.” 

 “Si badava a ciò che possedevano i vicini, li si invidiava se avevano comprato qualche simbolo di progresso che ne potesse determinare la superiorità sociale. In città, i giovanotti ostentavano le loro Vespe e volteggiavano attorno alle signorine.” 

 “Avevamo il tempo di desiderare le cose. Possederle non deludeva mai.” 

 “Il progresso era l’orizzonte delle esistenze. Significava benessere, salute dei bambini, case luccicanti e strade illuminate, il sapere, tutto ciò che voltava per sempre le spalle alle oscurità della campagna e della guerra.” 

 “A luglio seguivamo alla radio il Tour de France e incollavamo su un quadernone le fotografie di Geminiani, Darrigade e Coppi ritagliate dai giornali.” 

 “Che alcuni maestri di scuola e alcune persone istruite, dalla condotta irreprensibile, non credessero in nulla era vissuto come un’anomalia. La religione era l’unica fonte di moralità, conferiva quella dignità umana senza la quale la vita sarebbe stata simile a quella dei cani.” 

 “Aspettavamo la prima comunione con impazienza, premessa gloriosa a tutto ciò che di importante sarebbe accaduto in seguito, il ciclo, la licenza elementare o l’entrata alle medie.” 

 “Pubblica, privata, la scuola si assomigliava, luogo di trasmissione di un sapere immutabile nel silenzio, nell’ordine e nel rispetto delle gerarchie, la sottomissione assoluta.” 

 “Soltanto gli insegnanti avevano il diritto di fare domande. Se non si capiva una parola o una spiegazione la colpa era solo nostra.” 

 “Riuscire a farcela rappresentava un evento, salutato come tale dai giornali che infatti pubblicavano i nomi dei promossi. Chi falliva misurava precocemente il peso dell’indegnità, non era capace.” 

 “Tutti cercavamo confusamente dei modelli adatti alla nostra età.” 

 “Il futuro è troppo immenso perché lei riesca a immaginarlo. Arriverà, tutto qui.” 

 “Nessuno parlava dei campi di concentramento, se non incidentalmente, a proposito di un qualcuno che aveva perso i genitori a Buchenwald. Seguiva un silenzio contrito. Era diventata una sciagura privata.” 

 “Gli adulti sospettavano che fossimo demoralizzati dagli scrittori moderni, dicevano che non avevamo più rispetto per niente.” 

 “Eravamo avidi di jazz, di spiritual, di rock ‘n’ roll. Tutto ciò che si cantava in inglese era aureolato di una misteriosa bellezza.”

 “La vita dopo la maturità è una scala in salita che si perde nella nebbia.” 

 “Restare vestiti sulla battigia o entrare in acqua per bagnarsi soltanto i piedi sollevandosi la gonna erano cose che si facevano sempre di meno. Dei timidi e di chi non accondiscendeva all’allegria diffusa, si diceva, ha dei complessi. Era l’inizio della società del divertimento.” 

 “L’avvenire non era altro che il ripetersi di una serie di esperienze date, il servizio militare di ventiquattro mesi, il lavoro, il matrimonio, i figli. Da noi ci si aspettava che accettassimo con naturalezza il perpetuarsi delle cose.”

 “Le persone non si chiedevano più a cosa servissero le cose, avevano semplicemente voglia di possederle e soffrivano di non guadagnare abbastanza per potersele permettere subito.” 

 “Accadeva ciò che non avremmo mai creduto possibile, veniva autorizzato il commercio della cosa più vietata di tutte, la pillola anticoncezionale. Non si osava domandarla al dottore, lui a sua volta non la proponeva, soprattutto se non si era sposate. Era una richiesta impudica. Ci era chiaro che con la pillola la vita sarebbe cambiata completamente, libere di disporre dei nostri corpi al punto di averne paura. Libere come gli uomini.” 

 “Nel corso dell’esistenza personale, la Storia non esisteva. Eravamo soltanto felici o infelici a seconda dei giorni.” 

 “Il futuro si annuncia in termini materiali molto precisi, ottenere un posto migliore, promozioni, acquisti, il bambino che entra all’asilo, non si tratta più di sogni, ma di previsioni.” 

 “Ora è ciò che ha alle spalle a essere diventato oggetto del desiderio, non ciò che ha davanti: ritrovarsi in quella stanza a Roma nell’estate del ’63.” 

 “Era in fondo a noi stessi, nei desideri umiliati, nello scoramento della sottomissione, che si trovavano le ragioni per aderire alle notti infiammate di Parigi.” 

 “Il discorso sul piacere dominava tutti gli altri. Bisognava godere leggendo, scrivendo, facendo il bagno, defecando. Era il fine ultimo delle attività umane.” 

 “La società adesso aveva un nome, si chiamava società dei consumi.” 

 “Gli ideali del Maggio si convertivano in oggetti e in intrattenimento.”

 “La consapevolezza dei gulag, diffusa da Solzenicyn, accolta come un’epifania, seminava confusione e imbrattava l’orizzonte della Rivoluzione.”

 “La Crisi, concetto oscuro e senza forma, era diventata l’origine e la spiegazione di tutto, la certezza del male assoluto.” 

 “Lo stupore si affievoliva. Ci dimenticavamo che in passato non avremmo mai creduto di vedere tutto ciò a cui stavamo assistendo. Eppure lo vedevamo, e non succedeva niente.”

 “Con il walkman la musica penetrava per la prima volta il corpo, ci si poteva vivere dentro, murati dal mondo.” 

 “Il dovere della memoria diventava un obbligo civico, il segno di una coscienza giusta, un nuovo patriottismo.” 

 “La religione cattolica era scomparsa dall’orizzonte quotidiano senza troppo clamore. Le famiglie non ne trasmettevano più né la conoscenza né gli usi.” 

 “La Chiesa non terrorizzava più l’immaginario dei preadolescenti, non regolamentava più i rapporti sessuali, non esercitava più il dominio sul ventre delle donne. Venendo meno la sua principale sfera d’influenza, il sesso, aveva perso tutto.” 

 “Quando vede qualche bambino giocare nella sabbia di un giardinetto si stupisce che le succeda già di ricordarsi l’infanzia dei suoi figli e di sentirla così lontana.” “

 “Si respirava un bisogno di guerra, come se alle persone mancassero eventi importanti da troppo tempo, costrette ad assistere da spettatori a quelli che vedevano accadere in televisione. C’era un desiderio di riallacciare i legami con la vecchia tragedia.” 

 “Noi che avevamo abortito nelle cucine, che avevamo divorziato, che avevamo creduto che i nostri sforzi per liberarci sarebbero serviti ad altre, noi provavamo una grande stanchezza. Non sapevamo più se la rivoluzione delle donne ci fosse stata davvero.”

 “I figli, soprattutto i maschi, lasciavano a fatica la casa di famiglia, il frigo pieno, la biancheria lavata, il rumore di fondo delle cose dell’infanzia. Facevano l’amore con candore nella camera vicina alla nostra. Si assestavano all’interno di una lunga giovinezza, il mondo non li stava aspettando.” 

 “Di sua madre ricorda gli occhi, le mani, il profilo, la voce no, o altrimenti in maniera astratta, senza grana. La vera voce è perduta, non ne conserva alcuna traccia materiale.” 

 “Quella donna le pare altrettanto improbabile quanto gli occhi della ragazza di venticinque anni lo era la donna di quaranta che non poteva neanche immaginare di essere un giorno e che non è già più.” 

 “Da sempre pensare all’Africa riempiva di torpore. Si conveniva tacitamente sul fatto che fosse collocata in un tempo anteriore al nostro, dalle usanze barbare, con dittatori sanguinari che compravano castelli in Francia. I suoi mali sembravano destinati a non aver mai fine. Era il continente dello scoraggiamento.” 

 “Fare la spese richiedeva più tempo, implicava più complicazioni, soprattutto per coloro che potevano contare soltanto sul salario minimo. L’opulenza occidentale si metteva in mostra per essere vista e toccata in corridoi paralleli di merci. All’altezza della corsia centrale lo sguardo si perdeva, ma raramente alzavamo la testa.” 

 “Tenevamo il mondo a distanza su un registro ironico.” 

 “I fatti si eclissavano ancor prima di diventare narrazione. Cresceva l’impassibilità.” 

 “Ci si stufava dall’oggi al domani. L’entusiasmo si alternava all’apatia, la protesta al consenso.” 

 “Il centro commerciale, con il suo ipermercato e le sue gallerie di negozi, diventava il luogo principe dell’esistenza, quello della contemplazione inesauribile degli oggetti, del godimento calmo, senza violenza, protetto da guardie giurate dai muscoli forti.” 

 “Un uomo glaciale, dall’ambizione impenetrabile, con un nome per una volta facile da pronunciare, Putin, e che aveva preso il posto di Eltsin l’ubriacone, prometteva di accoppare i ceceni inseguendoli nelle latrine. La Russia non era più portatrice né di speranze né di paure, ma soltanto un perpetuo senso di desolazione.” 

 “Tutti cercavano di ricordare in che attività fossero impegnati nel momento esatto in cui il primo aereo aveva colpito la torre del World Trade Center, mentre coppie che si tenevano per mano si gettavano nel vuoto.”

 “Ci sembrava così strano immaginare la Spagna senza le pesetas di fianco alle tapas e alla sangria, l’Italia senza le sue centomila lire per una stanza doppia. Ci mancava il tempo per avere nostalgia delle cose.”

 “Passavamo al lettore DVD, alla macchina fotografica digitale, all’MP3, all’ADSL, allo schermo piatto, non smettevamo mai di passare a qualcos’altro.” 

 “Il clic saltellante e rapido del mouse scandiva la misura del tempo.”

 “Centinaia d’immagini disperse ai quattro angoli del nostro mondo di amicizie trasferite sui computer e archiviate in cartelle che finivamo per non aprire quasi mai. Ciò che contava era aver scattato la foto, aver captato e raddoppiato l’esistenza, averla registrata in diretta, i ciliegi in fiore, una camera d’albero a Strasburgo, un neonato.”

 “Stavamo mutando. Non conoscevamo la nostra nuova forma.” 

 “Salvare qualcosa del tempo in cui non saremo mai più.”

2 commenti:

  1. “Il silenzio era il sottofondo delle cose e la bicicletta misurava la velocità della vita.”: ciò di cui avremmo bisogno oggi

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    1. Ci sono attimi, momenti in un libro in cui afferri il vero senso della vita. Ciao Pino

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