“Per Sultan i libri erano tutta la vita. la lettura e le storie lo avevano assorbito completamente fin dal tempo in cui aveva ricevuto il suo primo libro a scuola.”
“…gli venne in mente una frase del suo poeta preferito, Ferdusi: Per riuscire a volte devi comportarti da lupo, altre volte da agnello.”
“Quello che i suoni e gli odori non possono raccontare, lo aggiungono i pettegolezzi. Serpeggiano come fuoco nell’erba secca in questo quartiere dove tutti vigilano sulla moralità degli altri.”
“E’ tutto un brusio confuso di voci, un ronzio costante. Accade di rado che qualcuno offra i prodotti che ha in vendita. La maggior parte dei venditori sembrano più interessati a spettegolare coi vicini o a partecipare alla vera vita del bazar standosene stravaccati su un sacco di farina o su un mucchietto di tappeti, che a decantare ai quattro venti la loro mercanzia: tanto i clienti comprano quello di cui hanno bisogno.
E’ come se il tempo si fosse fermato nel bazar di Kabul. Le merci sono le stesse di quando Dario, re di Persia, vagabondava per queste strade cinquecento anni prima di Cristo.”
“Svolazzano fin dentro il fresco appartamento, si sfilano i burka dalla testa, li appendono ognuno al proprio gancio e sospirano sollevate. Si riprendono il proprio volto, il volto che il burka aveva rubato loro.”
“E questa polvere di sporcizia che ora sta cercando di strofinare via dal suo corpo, è questa che si toglie di dosso fregando e formando spessi rotolini. E’ la polvere si incolla alla sua vita.”
“Sotto il burka e gli altri vestiti, adesso, le donne sono linde e profumate, ma perchè il sapone verde e lo shampoo rosa abbiano la meglio si prospetta una dura battaglia. Tra breve riacquisteranno il loro odore, il burka glielo ricaccia addosso, odore di vecchia schiava, odore di giovane schiava.”
“Ancora una giornata con lo stesso odore e lo stesso sapore di tutte le altre. Polvere.”
“Aimal è il più giovane dei figli maschi di Sultan, ha dodici anni e lavora dodici ore al giorno. Ogni singolo giorno, per sette volte alla settimana, viene svegliato all’alba.”
“Voglio volare! Voglio andarmene! esclama un giorno spazzando il pavimento. Lontano! grida facendo roteare lo scopettino di paglia.”
“Leila sente la vita, la gioventù, la speranza fuggire da lei senza alcuna possibilità di scampo. Sente che il suo cuore è come una pietra pesante e solitaria, condannata a spezzarsi irreparabilmente.
Leila si volta, fa quei tre passi che la separano dalla soglia, si chiude silenziosamente la porta alle spalle e se ne va. Il suo cuore infranto è rimasto lì. Presto si mescolerà alla polvere che entra turbinando dalla finestra, a quella che si nasconde nei tappeti. La sera stessa sarà lei a spazzare via tutto e gettarlo nel cortile di fuori.”
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Per aspera ad astra