“Si sente forte tra le braccia di papà che gli impediscono di cadere, è come se si trovasse fra le spalliere di una culla.”
“C’è un momento nella storia di ognuno in cui si ha il sospetto che tutto prenda una certa direzione, come la Vespa nella foto.”
“Mentre fumava, studiava in che modo proteggere me e Indiano dalla stanchezza del vivere, dalla fatica di restare giovani in un tempo che avrebbe voluto non finisse mai. Questo era il suo sguardo: attimi consumati nel sapore dell’eternità, un modo di osservare il trascorrere degli anni che uno pensa sia futuro e invece non è altro che memoria.”
“Naturalmente non ci trasferimmo mai in quella strada, il fitto degli appartamenti era troppo alto. Però mio padre quel giorno scoprì che Celentano, quando raccontava la storia di uno di noi, nato per caso in via Gluck, raccontava la storia di tutti. Anche la sua.”
“Tu mi comprendi se dico che il tempo di cui ti parlo, il tempo della nostra vita anteriore, vale solo se lo ricordiamo? Se ce lo dimentichiamo, è come se il passato l’avessimo chiuso in una stanza e avessimo gettato la chiave.”
“Ricordare non è un esercizio difficile. È il più naturale dei nostri bisogni. È come respirare, camminare, vivere.”
“Prepariamo all’inverno. Domani è già Milano. Domani era già Milano. A me e a Indiano bastava sentircelo dire una sola volta per addormentarci, distesi sul sedile di dietro, contando le stelle che spuntavano dal finestrino.”
“Prima o poi arriva il tempo in cui la vita ci chiede spiegazioni di quel che abbiamo seminato. È un’operazione matematica: si tira una linea e si fanno i conti. Se abbiamo dato, avremo. Se abbiamo avuto, ci tocca pagare.”
“E quando muore un padre, muore pure il mondo.”
“La foto stava al centro di un articolo dedicato a com’era l’Italia vent’anni fa, quando una famiglia come ce n’erano tante si permetteva una gita in Vespa, al centro di Milano, con i fiori nel portapacchi.”
“Se non ho volato, se non sono morta, è perché tu mi tenevi in braccio.”
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Per aspera ad astra