domenica 30 marzo 2025

La vita bugiarda degli adulti – Elena Ferrante

“Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capti. Tutto – gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole – è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione.” 

 “Ma a volte, poiché mia madre aveva da fare e si chiudeva anche lei nella sua stanza, io restavo sola in corridoio a giocare o a leggere, soprattutto a leggere, direi, perché mio padre leggeva moltissimo, mia madre pure, e io amavo essere come loro.” 

 “Lei era uno spauracchio dell’infanzia, era una sagoma secca e spiritata, era una figura arruffata in agguato negli angoli delle case quando cala il buio.” 

 “Provavo un dolore che non voleva cessare e nemmeno attenuarsi.”

 “Avevano provato da sempre un tale piacere a occuparsi l’una dell’altro, che la decisione di fare un figlio era arrivata relativamente tardi, visto che si erano sposati giovanissimi. Io ero nata quando mia madre aveva trent’anni e mio padre poco più di trentadue. Ero stata concepita tra mille ansie, espresse dall’una ad alta voce, dall’altro tra sé e sé. La gravidanza era stata difficile, il parto – 3 giugno 1979 – un tormento infinito, i miei primi due anni di vita la dimostrazione pratica che, dal momento in cui ero venuta al mondo, la loro vita si era complicata.” 

 “Avrei dovuto avere una vita felice e invece stava cominciando un periodo infelice, senza mai la gioia di sentirmi come si erano sentiti e si sentivano loro.”

 “Ma obbligarmi alla serenità non funzionò, la testa all’improvviso si appannava e quell’ossessione ricominciava.” 

 “…ma l’infanzia di tuo padre, l’adolescenza, la giovinezza, quelle per lui sono state veramente durissime, perché non aveva niente di niente, ha dovuto scalare una montagna a mani e piedi nudi, e non è finita, non finisce mai, c’è sempre qualche tempesta che ti butta giù, punto e a capo.” 

 “Nessuno deve farsi i fatti suoi, se una persona è nei guai.” 

 “Mi sentii euforica come se l’eventualità del male – quello che lui e mia madre nel loro gergo di coppia sostenevano di chiamare Vittoria – mi desse un’effervescenza inattesa.” 

 “Io sono nato e cresciuto in questa zona qui – disse con un gesto ampio che abbracciava oltre il parabrezza muri di tufo, palazzine grigie, gialle e rosa, stradoni desolati anche nel giorno di festa -, la mia famiglia non aveva nemmeno gli occhi per piangere.” 

 “Imparai sempre più a mentire ai miei genitori. In principio non dicevo vere e proprie bugie ma poiché non avevo la forza di oppormi al loro mondo sempre ben connesso, fingevo di accoglierlo e intanto mi ritagliavo una stradina da abbandonare in fretta se solo si rabbuiavano.” 

 “Fai bene ad avere paura. La paura bisogna avercela anche quando non c’è bisogno, ti tiene sveglia.” 

 “Il legame con gli spazi noti, con gli affetti sicuri, cedette alla curiosità per ciò che mi sarebbe accaduto.” 

 “…tutte le persone superbe, Giannì, tutte quelle che pensano di essere chissà chi, fanno finta che la morte non esiste.” 

 “A casa mia era un obbligo nascondere i sentimenti, non farlo pareva cattiva educazione.” 

 “Mi disse all’orecchio, ancora una volta: guardali bene, i tuoi genitori, se no non ti salvi.” 

 “Tutto ciò che appurai su mio padre fu un suo insospettato attaccamento al denaro. Captai più volte che lui, a bassa voce ma in modo incalzante, accusava mia madre di spendere troppo e in cose inutili.” 

 “Fottiti allora, borbottò, le cose brutte che non dici a nessuno diventano cani che ti mangiano la testa di notte mentre dormi.” 

 “Non riuscivo più a essere innocente, dietro i pensieri c’erano altri pensieri, l”infanzia era finita.” 

 “In quella fase la menzogna e la preghiera entrarono stabilmente nella mia vita quotidiana e mi aiutarono di nuovo molto. Le bugie le raccontai per lo più a me stessa. Ero infelice e mi fingevo fin troppo allegra a scuola e in casa.” 

 “Cosa succedeva, insomma, nel mondo degli adulti, nella testa di persone ragionevolissime, nei loro corpi carichi di sapere? Cosa li riduceva ad animali tra i più inaffidabili, peggio dei rettili?” 

 “Cercavo significati per aggirare quell’impressione di scarsa intelligenza in persone che ne avevano tanta.” 

 “Fui preso dalla luce che irraggiava dal mare e dallo splendore del giardino: quanta Napoli si vedeva, quanto cielo, quanto Vesuvio.” 

 “Fui contenta. Quell’esiliarsi delle due sorelle nella loro stessa casa, quel recidere i legami di sangue proprio come avrei voluto reciderli io, mi piacque, e mi piacque anche la loro sboccatezza.” 

 “Mi sentivo una cattiveria dentro che esigeva a tutti i costi di manifestarsi, ce l’ho sicuramente negli occhi e in tutta la faccia, pensai allarmata da me stessa.” 

 “Mi stava crescendo dentro, ormai, un violentissimo bisogno di degradazione – una degradazione impavida, però, una smania di sentirmi eroicamente turpe…” 

 “E intanto il tempo scivolò via, prima giorni di torvo scontento, poi di riflessione accanita. Cominciai a pensare a lui come al profilo di una montagna molto distante, una sostanza azzurrina trattenuta da linee marcate.”

 “Mi dicevano tutti che avrei capito da grande.” 

 “L’amore è opaco come i vetri delle finestre dei cessi.” 

 “Leggere non basta – disse – testi così si studiano. Gli si accesero gli occhi, nel pronunciare quella frase. La sua vera condizione esistenziale si svelava appena poteva occuparsi di libri, di idee, di questioni elevate.” 

 “Andammo a sederci su una gradinata bianca, di fronte a una Napoli splendida che sembrava sotto una cupola trasparente, fuori il cielo azzurro e dentro vapori come se tutte le pietre della città stessero respirando.” 

 “Il tempo della mia adolescenza è lento, fatto di grandi blocchi grigi e improvvise gibbosità di colore verde o rosso o viola. I blocchi non hanno ore, giorni, mesi, anni, e le stagioni sono incerte, fa caldo e freddo, piove e c’è il sole.” 

 “Quanto alla faccia, si, non aveva nessuna armonia, proprio come quella di Vittoria. Ma l’errore era stato farne una tragedia. Bastava guardare anche solo per un attimo chi aveva il privilegio di una bella faccia fine e si scopriva che nascondeva inferni non diversi da quelli espressi da facce brutte e grezze. Lo splendore di un viso, arricchito tra l’altro dalla gentilezza, covava e prometteva dolore ancor più di un volto opaco.”

 “Mi comportai così sicuramente per sentirmi libera da tutti i vecchi vincoli, per chiarire che non m’importava più del giudizio di parenti e amici, dei loro valori, del loro volermi coerente con ciò che si immaginavano di essere.” 

 “I maschi, bene o non bene, basta che li sfiori, e vogliono fottere.” 

 “Tenne fino in fondo un tono basso, pur pronunciando a volte frasi solenni come – non ci si salva da soli.” 

 “Hai dentro qualcosa che è solo tuo e ti basta.” 

 “Vittoria non soffre, Giannì, Vittoria fa soffrire. Per me questo braccialetto è un segno permanente di tempi brutti e di dolore. Mi fa stare in ansia, porta disgrazia.” 

 “Com’è bello viaggiare, com’è bello conoscere una persona che sa tutto, ed è straordinaria per intelligenza e bellezza e bontà, e ti spiega il valore di ciò che da sola non sapresti mai apprezzare.”

 “…aveva il dono di mostrare agli altri più di quanto fossero in grado di vedere.” 

 “All’ingiustizia – lui disse – bisogna dare una risposta ferma, cocciuta: tu fai questo al tuo prossimo e io ti dico che non lo devi fare e se tu continui a farlo io continuo a oppormi, e se mi schiacci con la tua forza io mi rialzo, o se non riesco più a rialzarmi, altri si rialzeranno, e altri ancora.” 

 “L’approssimarsi a loro non mitigava la mia condizione infelice ma mi trasformava nel pubblico della loro felicità.” 

 “Sono stanca di essere esposta alle parole altrui. Ho bisogno di sapere cosa davvero sono e quale persona posso diventare, aiutami.” 

 “Sono tuttora incuriosita da come il nostro cervello elabori strategie e le attui senza svelarsele. Dire che si tratta di azioni inconsapevoli mi sembra approssimativo, forse persino ipocrita.” 

 “Erano versi di poesie, parole di romanzi, le avevo lette in libri che mi erano piaciuti, le avevo trascritte nel miei quaderni.” 

 “La bellezza che Roberto mi aveva riconosciuto assomigliava troppo a quella di chi fa male alla gente.” 

 “Quando nel bagno si infilò lui, sganciai il braccialetto e lo deposi per terra, accanto al letto, come un regalo della malasorte. Mi riportò sotto casa, lui scontento, io allegra. Il giorno seguente partii per Venezia insieme a Ida. In treno ci ripromettemmo di diventare adulte come a nessuna era mai successo.”

giovedì 27 marzo 2025

Diario di un’invasione – Andrei Kurkov

“Il 24 febbraio 2002 non ho scritto quasi niente. Svegliato dal rimbombo delle esplosioni dei razzi russi a Kiev, sono rimasto piantato davanti alla finestra del mio appartamento per circa un’ora a osservare la strada deserta, consapevole che la guerra era cominciata, ma ancora incapace di accettare questa nuova realtà.”

 “I bravi giocatori vedono la partita con molto mosse in anticipo.” 

 “Non so perché, ma ho l’impressione che questi due punti caldi sul planisfero – l’Ucraina e Taiwan – siano collegati. In entrambi i territori i padroni di un tempo stanno avanzando diritti sui paesi indipendenti che controllavano in passato. In entrambi i casi, gli USA stanno dalla parte dei Paesi indipendenti.” 

 “Non c’è niente al mondo peggio della guerra. Perfino la pandemia di coronavirus ora sembra qualcosa di ordinario e comprensibile. La guerra non può mai essere capita o accettata.” 

 “Se prima dell’aggressione russa la situazione cambiava ogni giorno, adesso cambia ogni ora. Ma io resto e continuerò a scrivere per voi, affinché sappiate come vive l’Ucraina durante la guerra con la Russia di Putin.” 

 “Il 24 febbraio 2022 si sono abbattuti su Kiev i primi missili russi. Alle cinque di mattina io e mia moglie siamo stati svegliati dal rimbombo delle esplosioni.” 

 “E’ stato molto difficile credere che la guerra era cominciata. Cioè, era già evidente che lo fosse, ma io non volevo crederci. Devi abituarti psicologicamente all’idea che è iniziata. Perché da quel momento in poi, la guerra determina il tuo modo di vivere, il tuo modo di pensare, il tuo modo di prendere le decisioni.” “Quanto è lunga l’ombra del passato? Come funziona la memoria?” 

 “Accadde così che, dopo la morte di mio nonno, grazie a mio fratello maggiore mi procurai il libro proibito di Solzenicyn Arcipelago Gulag. Lo divorai, sapendo che due dei miei parenti erano stati spediti proprio in quel Gulag.” 

 “Il mondo intero deve aiutare l’Ucraina subito altrimenti questa guerra si spargerà sempre di più in Europa.”

 “Lo shock di fronte alle azioni del nostro vicino orientale è la prova dell’impreparazione dei popoli moderni a orrori che non hanno un posto nella vita contemporanea.” 

 “Negli ultimi giorni mi sembra che ogni Paese europeo abbia assunto un volto umano. Vorrei ringraziare tutti i Paesi che hanno manifestato la loro disponibilità ad accogliere i rifugiati ucraini. La solidarietà europea e mondiale esiste. E’ un bel pensiero della buonanotte.” 

 “La scomparsa della paura è uno strano sintomo del tempo di guerra. Si instilla l’indifferenza al tuo stesso destino e semplicemente decidi che sarà quel che sarà.” 

 “A ogni modo, non mi illudo di una vittoria facile e veloce. E nemmeno di una vittoria. Ma non penso neppure alla sconfitta. A Putin non importa dei cittadini della Russia. Ne manderebbe a morire milioni per soddisfare il suo ultimo sogno. Non prova rimorso per l’economia russa, che le sanzioni stanno distruggendo. In questa guerra andrà fino in fondo.” 

 “C’è rabbia di fronte alla distruzione di speranze e progetti, e c’è odio nei confronti di quelli che ci hanno riversato addosso questa distruzione.” 

 “L’Ovest è sempre stato il luogo della salvezza per chi fuggiva dall’Est. Ora l’invasione delle orde russe sta spingendo ancora una volta gli ucraini all’Ovest. Ma i profughi continuano a guardarsi indietro, fisicamente o emotivamente. Vogliono tornare a casa, anche se le loro case non ci sono più.” 

 “L’Ucraina ha una storia e una cultura proprie, per cui ha sempre pagato caro. Resisterà fino alla fine.” 

”Quando la guerra si avvicina a casa tua, ti resta un’alternativa: evacuare o accettare l’occupazione.” 

 “La guerra è come un tornado. Puoi vederlo da lontano, ma non puoi prevedere dove andrà tanto facilmente.” 

 “Il 24 febbraio 2022, tutti i cittadini dell’Ucraina hanno scoperto che la loro vita era stata brutalmente tagliata in due, nel periodo “prima della guerra” e in quello “durante la guerra”. Certo, tutti speriamo che ce ne sarà anche uno “dopo la guerra”. 

 “L’esito della guerra dipende da quanta dell’assistenza promessa dagli alleati dell’Ucraina verrà effettivamente fornita.” 

 “Ma l’Ucraina non scomparirà, né dai manuali di storia, né dalle carte geografiche, né dalla geopolitica europea e mondiale. L’Ucraina sopravviverà perché, tra le altre cose, centinaia di migliaia di ucraini stanno combattendo per essa, perché centinaia di milioni di persone in tutto il mondo stanno facendo il tifo e si stanno preoccupando per essa.” 

 “Comunque, in ogni caso, il mio diario continuerà a seguire la lotta dell’Ucraina per la libertà e la ricostruzione. Spero, a tempo debito, di poterlo condividere con voi.”

lunedì 24 marzo 2025

I Demoni - Fëdor Dostoevskij

"Stepàn Trofímovič aveva saputo toccare le corde più profonde nel cuore del suo amico e vi aveva destato la prima, ancora indeterminata sensazione di quell'eterna, santa ambascia che certe anime elette - una volta che l'abbiano provata e gustata - non sono mai più disposte a scambiare con meschine soddisfazioni." 

 "Non ci può essere nulla di più astuto che mostrarsi nel proprio autentico aspetto, perché tanto nessuno ci crederà. Io, lo confesso, avrei voluto recitare la parte dell'imbecille perché è più facile a recitarsi che non essere se stesso; ma siccome l'imbecille è un eccesso, è tutti gli eccessi destano curiosità, così alla fine ho deciso di essere me stesso." 

 "Io parlo sempre molto, cioè pronuncio molte parole, e non mi riesce mai niente. E perché dico una quantità di parole e non mi riesce mai niente? Ma perché non so parlare. Quelli che sanno parlare bene parlano sempre molto succintamente." 

 "Io non capisco come fino a oggi l'ateo, sapendo che Dio non esiste, non si sia già ucciso. Rendersi conto che Dio non esiste e non rendersi conto nello stesso momento che ciò facendo si diventa Dio è un'assurdità, altrimenti ci si ucciderebbe immediatamente. Se te ne rendi conto sei re, e non ti uccidi più, ma vivi nella gloria più eccelsa. Ma uno, quello che lo scopre per primo, deve uccidersi assolutamente; altrimenti chi comincerà a dimostrarlo? Sarò io di sicuro che mi ucciderò per cominciare e dimostrare. Io sono soltanto Dio mio malgrado e sono infelice perché sono costretto a proclamare il mio libero arbitrio. Tutti sono infelici perché tutti hanno paura di affermare il proprio libero arbitrio. L'uomo finora è stato così infelice e povero perché temeva di dichiarare la cosa più importante del libero arbitrio e faceva a modo suo di nascosto, come uno scolaretto. Io sono tremendamente infelice, perché ho una terribile paura. La paura è la maledizione dell'uomo... Ma io proclamerò il mio libero arbitrio; sono obbligato a credere che non credo." 

 "Ma lo sapete che l’umanità può continuare a vivere […] anche senza la scienza, anche senza il pane, ma senza la bellezza no, non può, perché non ci sarebbe più niente da fare al mondo! Ecco tutto il segreto, ecco tutta la storia! La scienza non durerebbe un minuto senza la bellezza." 

 "L'uomo è infelice perché non sa di essere felice" 

 "Tutti loro, per la propria inettitudine a far progredire la causa, hanno una vera passione per accusare gli altri di spionaggio." 

 “(…) Mi sa dire cosa ci può essere di peggio di un bonaccione stupido?" 

"Uno stupido malvagio, ma bonne amie, un imbecille cattivo è ancora più stupido," 

 "Ma sapete, sapete voi che senza l'inglese l'umanità può ancora vivere, può vivere senza la Germania, può vivere anche troppo facilmente senza i russi, può vivere senza la scienza, può vivere senza pane, ma soltanto senza la bellezza non potrebbe vivere, perchè non ci sarebbe più nulla da fare al mondo? Tutto il segreto è qui, tutta la storia è qui! La scienza stessa non sussisterebbe un momento senza la bellezza, - lo sapete, voi che ridete? - diventerebbe una volgarità..."

 "Amico mio, la vera, autentica verità è sempre inverosimile, lo sa lei questo? Per rendere la verità più verosimile è assolutamente indispendabile mescolarci della menzogna." 

 "Ma comprendi, gli grido, comprendi tu che all' uomo, oltre la felicità, è necessaria allo stesso modo e proprio altrettanto anche l' infelicità?" 

 "I popoli si compongono e si muovono per un’altra forza, imperiosa e dominante, ma la cui origine è ignota e inspiegabile. Questa forza è la forza dell’ indefesso desiderio di raggiungere la fine, e insieme di negarla. È la forza della continua e inesausta affermazione della propria esistenza e della negazione della morte" 

 "Il perfetto ateo sta sul penultimo gradino prima della fede più perfetta (lo debba poi varcare o no), mentre l'indifferente non ha nessuna fede, fuorchè una mala paura, e anche questa solo a tratti, se è un uomo sensibile." 

 "È un po' come la religione: quanto è peggiore l'esistenza di un uomo, o quanto è più oppressa e miserabile la condizione di un popolo, tanto più testardamente ci si aggrappa al sogno di una ricompensa in paradiso" 

 "Se vuoi trionfare su tutto il mondo, vinci te stesso" 

 "Una vita è ormai trascorsa e ne è cominciata un’altra; poi è trascorsa anche questa e ne è cominciata un’altra ancora, la terza, e così via all’infinito. È come se tutte le conclusioni venissero tagliate con delle forbici." 

 "Lo scopo di tutto il moto popolare, in ogni popolo e in ogni periodo della sua esistenza, è unicamente la ricerca di Dio, del suo Dio, del suo proprio Dio e la fede in lui come nell' unico vero. [...] non è ancora mai accaduto che tutti i popoli o molti di essi avessero in comune lo stesso Dio ma ciascuno ha sempre avuto il proprio. [...] Non c'è mai stato un popolo senza religione, cioè senza concetto del bene e del male. Ogni popolo ha un concetto suo proprio del bene e del male e un bene e un male suoi propri.[...] La ragione non è mai stata in grado di definire il bene e il male, sia pure approssimativamente; al contrario, li ha sempre confusi in modo vergognoso e miserevole, mentre la scienza dava delle soluzioni brutali. In questo si è segnalata particolarmente la semiscienza, il flagello più terribile dell' umanità, peggiore della peste, della fame e della guerra, sconosciuto fino al secolo presente. La semiscienza è un despota come fino ad oggi non ce n'erano ancora stati mai." 

 "Tutta la legge dell'umana esistenza sta solo in questo: che l'uomo possa sempre inchinarsi all'infinitamente grande. A privare gli uomini dell'infinitamente grande, essi non vorrebbero vivere e morrebbe- ro nella disperazione. L'immenso e l'infinito è altrettanto indispensabile all'uomo come quel piccolo pianeta sul quale egli abita...." 

 “Non si può amare quello che non si conosce” 

 "Non c’è nulla di più astuto che essere se stessi, perché tanto nessuno ci crede." 

 "Chiedete a una persona semplice di fare qualcosa per voi e questa, se può e vuole, vi servirà premurosamente e cordialmente; ma chiedetele di andare a prendere della vodka e l'abituale tranquilla cordialità, si trasformerà a un tratto in una frettolosa e gioiosa premura, in una sollecitudine quasi familiare nei vostri confronti. Chi va a prendere la vodka, anche se la berrete solo voi, e non lui, e lui lo sa in anticipo, è come se sentisse lo stesso una parte del vostro futuro piacere." 

 "Ci sono strane amicizie: i due amici vogliono quasi divorarsi l'un l'altro, e vivono così tutta la vita, ma nello stesso tempo non si possono lasciare. Lasciarsi anzi è assolutamente impossibile: l'amico che si impunta e rompe la relazione, si ammala per primo e magari muore, se ciò accade." 

 “- E cosí voi forse trovate il ridicolo soltanto nella forma?” insisté Stavrogin. “Anche nella sostanza. La bruttezza vi ucciderà”

 "quell'impeto che, in uno slancio di generosa cecità, vi afferra d'un tratto per una persona, magari indegna di voi sotto tutti i rapporti, incapace di comprendervi profondamente, pronta sempre a tormentarvi in qualsiasi occasione, e proprio quella persona, a dispetto di tutto, diventa improvvisamente l'incarnazione del vostro ideale, del vostro sogno, colei in cui si concentra ogni vostra speranza, davanti alla quale voi v'inchinate e l'amate per tutta la vita, senza saperne minimamente il perché, forse proprio perché essa è indegna di tutto ciò...

" “Ognuno non può giudicare che secondo se stesso,” disse arrossendo. “La piena libertà ci sarà allora, quando sarà indifferente vivere o non vivere. Ecco lo scopo di tutto.” 

“Lo scopo? Ma allora nessuno, forse, vorrà piú vivere?” 

“Nessuno,” disse risolutamente. “L’uomo ha paura della morte, perché ama la vita, ecco come la intendo io,” osservai “e cosí ha ordinato la natura.” 

“È vile, e sta qui tutto" 

 "Ci sono dei secondi, non ne vengono che cinque o sei per volta, in cui sentite tutt'a un tratto la presenza di un'armonia eterna compiutamente raggiunta. non è una cosa terrestre; non dico che sia una cosa celeste, ma dico che l'uomo, nel suo aspetto terrestre, non la può sopportare. Bisogna trasformarsi fisicamente o morire. E' un sentimento chiaro e incontestabile. Come se a un tratto aveste la sensazione di tutta la natura e ad un tratto diceste: sì, è vero. dio, quando creava il mondo, alla fine di ogni giornata della creazione diceva: " Sì, è vero, è bello". Questo...questo non è un intenerimento, ma soltanto così, una gioia. Non perdonate nulla, perchè non c'è più nulla da perdonare. Non è che amiate, oh! qui si è più su dell'amore! Il più terribile è che tutto è così tremendamente chiaro e che la gioia è così grande. Se durasse più di cinque secondi, l'anima non resisterebbe e dovrebbe sparire. In quei cinque secondi io vivo una vita e per essi darei tutta la mia vita, perchè vale la spesa." 

 "Vi sono delle faccende, Varvàra Petròvna, di cui non solo non si può parlare in modo intelligente, ma è già sciocco cominciare a parlarne." 

 "Nella natura di lei erano indubbiamente presenti molte nobilissime aspirazioni e i migliori propositi; ma tutto in lei sembrava cercare continuamente un equilibrio senza mai trovarlo, tutto era confuso in un caos, un’agitazione, un’irrequietezza incessanti. Probabilmente ella poneva a se stessa delle esigenze eccessivamente severe, senza però mai trovare la forza di soddisfarle." 

 “E’ punto per punto come la nostra Russia. Questi demoni che escono dal malato ed entrano nei porci sono tutte le piaghe, tutti i miasmi. Tutte le impurità, tutti i demoni e i demonietti che si sono accumulati nel nostro grande e caro malato, nella nostra Russia, durante secoli e secoli! Ma un pensiero sublime e un sublime volere la benediranno dall’alto, come quel folle indemoniato, e verranno fuori tutti questi demoni, tutta questa impurità, tutta questa lordura che ha suppurato alla superficie e chiederanno da sé di entrare nei porci. Anzi, forse ci sono già entrati! Siamo noi, noi e quelli là, e Petrusa e forse per primo e in testa, io, e folli e indemoniati, da una rupe ci butteremo nel mare e affogheremo tutti, e quello è il nostro destino, perché, già, non siamo buoni ad altro. Ma il malato guarirà e “si siederà ai piedi di Gesù”. E tutti lo guarderanno con stupore. 

 "Dev'essere proprio vero che tutta la seconda metà della vita umana non consta di solito che delle abitudini accumulate nella prima metà. “è necessario essere proprio un grand'uomo per saper resistere anche al buon senso”

 "E che c’è di più prezioso dell’amore? L’amore è superiore all’esistenza."

venerdì 21 marzo 2025

La scomparsa di Majorana – Leonardo Sciascia

“La scienza, come la poesia, si sa che sta ad un passo dalla follia: e il giovane professore quel passo lo aveva fatto, buttandosi in mare o nel Vesuvio o scegliendo un più elucubrato genere di morte.” 

 “Il colloquio trovò, sotto la penna del segretario di Sua Eccellenza, sintesi ed esito. Sintesi mirabile, come in tutti i carteggi della nostra polizia: dove quel che a noi può sembrare – a filo di grammatica, di sintassi, di logica – fuori di regola o di coerenza, è invece linguaggio che allude o indica o prescrive.” 

 “Il cittadino che nulla ha mai fatto contro le leggi né da altri ha subito dei torti per cui invocarle; il cittadino che vive come se la polizia soltanto esistesse per degli atti amministrativi come il rilascio del passaporto o del portodarme (per la caccia), se i casi della vita improvvisamente lo portano ad avervi a che fare, ad averne bisogno per quel che istituzionalmente è, un senso di sgomento lo prende, di impazienza, di furore in cui la convinzione si radica che la sicurezza pubblica, per quel tanto che se ne gode, più poggia sulla poca e sporadica tendenza a delinquere degli uomini che sull’impegno l’efficienza e l’acume di essa polizia.” 

 “Mi ci riesce impossibile immaginare che il dramma di un uomo intelligente, la sua volontà di scomparire, le sue ragioni, possano aver avuto altro riflesso, negli occhiali di un commissario di polizia, negli occhiali dello stesso Bocchini, che quello del dissenno, della pazzia.” 

 “Si sente in queste poche righe come una costrizione, una forzatura: il dover rispondere alle premure e sollecitazioni degli amici, il dover fare quel che gli altri facevano o quel che gli altri da lui si aspettavano, e insomma il dover adattarsi di un uomo inadatto.” 

 “Come tutti i siciliani “buoni”, come tutti i siciliani migliori, Majorana non era portato a far gruppo, a stabilire solidarietà e a stabilirvisi (sono i siciliani peggiori quelli che hanno il genio del gruppo, della cosca).” 

 “In quanto agli scacchi, Majorana ne era, fin da bambino, campione: a sette anni scacchista lo troviamo nella cronaca di un giornale catanese.” 

 “Heisenberg viveva il problema della fisica, la sua ricerca di fisico, dentro un vasto e drammatico contesto di pensiero. Era, per dirla banalmente, un filosofo.” 

 “Chi, sia pure sommariamente (come noi: tanto per mettere le mani avanti), conosce la storia dell’atomica, della bomba atomica, è in grado di fare questa semplice e penosa constatazione: che si comportarono liberamente, cioè da uomini liberi, gli scienziati che per condizioni oggettive non lo erano; e si comportarono da schiavi, e furono schiavi, coloro che invece godevano di una oggettiva condizione di libertà. Furono liberi coloro che non la fecero. Schiavi coloro che la fecero.” 

 “…gli schiavi ne ebbero preoccupazione, paura, angoscia; mentre i liberi senza alcuna remora, e persino con punte di allegria, la proposero, vi lavorarono, la misero a punto e, senza porre condizioni o chiedere impegni, la consegnarono ai politici e ai militari. E che gli schiavi l’avrebbero consegnata a Hitler, a un dittatore di fredda e atroce follia, mentre i liberi la consegnarono a Truman, uomo di “senso comune” che rappresentava il “senso comune” della democrazia americana, non fa differenza: dal momento che Hitler avrebbe deciso esattamente come Truman decise, e cioè di fare esplodere le bombe disponibili su città accuratamente, scientificamente scelte fra quelle raggiungibili di un paese nemico; città della cui totale distruzione si era potuto fare calcolo.” 

 “Ma Heisenberg non solo non aveva avviato il progetto della bomba atomica (lasciamo stare se poteva o no arrivare a farla: progettarla sicuramente poteva), ma aveva passato gli anni della guerra nella dolorosa apprensione che gli altri, dall’altra parte, stessero per farla. Non infondata apprensione, purtroppo.” 

 “Comunque, in un mondo più umano, più attento e più giusto nella scelta dei suoi valori, dei suoi miti, la figura di Heisenberg più dovrebbe e nobilmente aver spicco di altre che nel campo della fisica nucleare operarono negli stessi suoi anni – più di coloro che la bomba la fecero, la consegnarono, con esultanza accolsero la notizia degli effetti e soltanto dopo (ma non tutti) ne ebbero smarrimento e rimorso.” 

 “Quando si lascia andare a un giudizio, è di generica ammirazione per la Germania, per la sua efficienza.” 

 “Ettore Majorana era religioso. Il suo è stato un dramma religioso, e diremmo pascaliano. E che abbia precorso lo sgomento religioso cui vedremo arrivare la scienza, se già non c’è arrivata, è la ragione per cui stiamo scrivendo queste pagine sulla sua vita.” 

 “Preparandosi a “una” morte o “alla” morte, preparandosi a una condizione in cui dimenticare, dimenticarsi ed essere dimenticato, preparando dunque la propria scomparsa, organizzandola, calcolandola, crediamo baluginasse in Majorana – in contraddizione, in controparte, in contrappunto – la coscienza che i dati della sua breve vita, messi in relazione al mistero della sua scomparsa, potessero costituirsi in mito.” 

 “Nato in questa Sicilia che per più di due millenni non aveva dato uno scienziato, in cui l’assenza se non il rifiuto della scienza era diventata forma di vita, il suo essere scienziato era già come una dissonanza.”

mercoledì 19 marzo 2025

Il sangue del sud – Giordano Bruno Guerri

“Ciò che accadde nel 1861 realizzava il sogno secolare di poeti, politici e intellettuali. L’Italia “una d’arme, di lingua, d’altare, di memorie, di sangue e di cor”, invocata da Alessandro Manzoni, non era più un’astrazione. Dei modi e dello spirito con cui fu compiuta l’impresa – e delle sue conseguenze – si parlerà, in questo libro, in maniera non convenzionale.” 

 “Una parte del nuovo Stato era già italiana, l’altra non lo era affatto. Occorreva dunque educarla a essere diversa da sé, a costo di snaturarla. Ai primi segni di insofferenza del Sud, nacque subito una contrapposizione rancorosa: noi contro loro.” 

 “La verità su cui al Nord tutti concordavano – generali e politici, esuli meridionali e piemontesi – è che, appena nata, l’Italia era già madre di due figli diversi: uno di cui andare fieri, l’altro bisognoso di severe lezioni.”

 “Come ogni guerra civile, anche quella tra piemontesi e briganti è stata raccontata dal vincitore. Che però, a differenza del solito, non ha potuto vantarsene: si preferì nascondere o addirittura distruggere i documenti, perché non fossero accessibili neppure agli storici.” 

 “La storia ha dimostrato che le fasce più povere del popolo, secondo i principi della sopravvivenza, elaborano una cultura di sottomissione ribellandosi soltanto in due casi: quando la sofferenza supera il limite del sopportabile o quando intravedono possibilità concrete di riuscita.” 

 “Almeno nei trent’anni successivi all’Unità, l’Italia del Sud fu come una colonia del Piemonte. E, dal momento dell’unificazione, i meridionali furono più sfruttati che sfruttatori.” 

 “I mille operai degli stabilimenti del Reale Opificio Meccanico e Politecnico di Pietrarsa, inaugurato da Ferdinando II nel 1840, furono il primo nucleo industriale italiano, in anticipo di qualche decennio sulla Breda e la Fiat. Dopo l’Unità, a Pietrarsa fu preferita la settentrionale Ansaldo, che impiegava la metà degli operai, e il centro industriale venne praticamente smobilitato. Oggi è un museo.” 

 “La stupenda, fetida, insopportabile e irrinunciabile Napoli degli anni Sessanta era una delle città più popolate d’Europa con quasi mezzo milione di abitanti. Le vedute da cartolina affascinavano i viaggiatori, pronti a collezionare le infinite varianti dell’esotico e del folcloristico. La realtà era tutt’altra, nei bassi e nei tuguri verminava una plebe indolente e rassegnata.” 

 “Quella delle camicie rosse fu una conquista territoriale e politica, in nessun modo una liberazione sociale; semplicemente perché il nuovo corso, come il vecchio, non tollerava che fossero toccati gli interessi dei latifondisti.” 

 “La città non si risollevò più, perché i danni peggiori vennero dopo i bombardamenti. Per scaldarsi dal freddo, i piemontesi avevano abbattuto centomila olivi e carrubi, patrimonio della zona. Poi, visto che non c’erano più olivi, smontarono i frantoio per portarli al nord. Il commercio marittimo venne annichilito: dalle paranze dei pescatori, ai bastimenti, ai cantieri navali. Gran parte della popolazione fu costretta a emigrare e oggi, sostiene il sindaco, ci sono più gaetani in Massachusetts che a Gaeta.” 

 “Dobbiamo pensare a un’Italia, specialmente al Sud, coperta di boschi, boschi e boschi, quali difficilmente oggi possiamo immaginare. Grandi come province, il loro intrico di vegetazione allo stato selvatico ne faceva un altro mondo, in cui i soldati penetravano – raramente – come in uno spazio ignoto e invincibile. Catturare Chiavone in un bosco? Impossibile.” 

 “In definitiva, i soldati sono l’ultimo anello di una folle catena di errori e orrori: sono i meno colpevoli, i meno responsabili. Reduci dal clima esaltante a cui avevano partecipato per fare l’Italia combattendo contro gli stranieri, sopportarono stenti inimmaginabili. E furono vittime, come i loro nemici, di una carneficina che poteva essere evitata. Soprattutto ai civili.” 

 “Da metà agosto, intorno a Crocco viene fatta terra bruciata. Sono gli effetti della legge Pica. Una semplice legge, strumento quotidiano di uno Stato, ma nella sua forma più implacabile: instaurava, nel Sud, la dittatura militare.” 

 “E un popolo senza memoria è un popolo mutilato della propria integra identità.” 

 “Le condanne a morte si moltiplicarono: oltre cinquemiladuecento in pochi mesi. Circa settemila gli arresti, decine i paesi rasi al suolo. Numeri da genocidio.” 

 “Lavorare sul popolo italiano era difficile per un motivo antichissimo; le diverse genti italiche si accomunavano solo nei difetti che impediscono la formazione di un popolo: campanilismo, individualismo, rassegnazione, sfiducia nelle istituzioni e nei loro officianti.” 

 “Così partorita, l’Italia veniva alla luce monca, privata già in partenza del contributo di una parte del suo popolo, cooptata ma non integrata, a cui offrire, alla bisogna, il sapore acre della medicina o il miele dell’assistenza.” 

 “Le diatribe attuali fra Nord e Sud non sono storia, bensì una ferita aperta. Oltre a andare molto, molto lontano, le conseguenze di una Unità mal condotta e peggio proseguita sono ancora fra noi.”

domenica 16 marzo 2025

Lettera aperta – Goliarda Sapienza

“Non è per importunarvi con una nuova storia né per fare esercizio di calligrafia, come ho fatto anch’io per lungo tempo; né per bisogno di verità – non mi interessa affatto, – che mi decido a parlarvi di quello che non avendo capito mi pesa da quarant’anni sulle spalle.” 

 “E che faccia bene parlare delle proprie cose, ho dovuto sperimentare che ha qualche fondamento reale.” 

 “Ma scusate, come si fa a infilare una domanda quando la gente parla tanto, ininterrottamente?” 

 “Non c’è niente da fare: per fare ordine, bisogna prima toccare il fondo del disordine.”

 “Via Veneto non trema più per i carri armati tedeschi. Pacificata riluce teneramente dei cappellini rosa, malva, azzurri delle mogli degli ufficiali americani. La sua strada, il sole, il suo caffè.” 

 “Devi leggere Goliarda, studiare.” “Si muore per lasciare il meglio di sé a quelli che ti hanno saputo leggere.” 

 “Bisogna scherzare qualche volta, è un modo per tirarsi fuori dagli impicci. Lo scherzo è il sale della mente.” 

 “Piangendo dovetti accettare la realtà: non c’era nessuna Goliarda o Goliardo in tutta Catania, e per me in tutto il mondo. Ero sola. Cosa, questa, che mi fece provare da quel giorno una grande pietà per questo mio fratello che si era chiamato Goliardo; e lo scelsi come morto al quale chiedere i regali il due novembre.” 

 “Sarei stata all’altezza, fra cinquanta o cento anni, di essere la mamma della mia mamma?” 

 “Se si soffre di insonnia bisogna approfittare per leggere, studiare. Ne approfittavo quindi per studiare tutte le storie, dovevo ricordarle tutte bene, altrimenti quando lei sarebbe stata la mia bambina come avrei potuto raccontargliele?” 

 “Non si chiede scusa, chiedere scusa è il sistema che usano le donnette per rifare i loro sporchi peccatucci. Sei un individuo, e sei responsabile delle tue azioni. Non chiedere scusa ma cerca di riparare.” 

 “Ma come dirvi le ore di abbandono felice che ho avuto con mio padre in giro per vicoli, come dirvi il sapore delle patate calde che la donna tirava fuori da sotto la coperta, con cautela, il sapore delle crispelle a mezzanotte dopo il cinema? – il sapore aspro dell’orgoglio di inghiottire le cozze crude col limone come un vecchio marinaio, o di mangiare all’osteria vicino a lui, circondata da marinai veri, solo uova sode ed olive nere?” 

“Non so cosa sia amore fra uomo e donna: non so come nasce, perché nasce, come muore. So solo che ci sono molti fraintendimenti in questa parola. Moltissimi. Sta seppellita sotto montagne di detriti.” 

 “Chissà quanta gente ci sarebbe stata la sera all’opera. Tutti i palchi pieni: e la Norma, la Norma di Bellini, la conoscevo ormai così bene che Arminio aveva detto che ero ancora in braccio alla donna di servizio e già battevo il tempo della sinfonia, quando lui la suonava.” 

 “Era il momento più bello, nei palchi le persone come ombre si sistemavano e il maestro già dava quei colpetti magici sul leggio, e questo, lo sapevo, produceva un grande silenzio e da quel silenzio nasceva la sinfonia. Tutta l’orchestra suonava.” 

 “Quando uno aspetta e piange, non è divertente né utile per gli altri e così, abbiate pazienza, se resto su questo gradino muta per qualche tempo, debbo aspettare, ma da sola.”

 “Ho morso la testa a questo polipo che mi trascinava in quel mare di vecchie emozioni, ma i polipi sono duri a morire e l’inchiostro del suo cervello mi annebbia la vista e le sue ventose tengono stretto.” 

 “Molti vicoli sono stati distrutti e al loro posto grandi palazzi stanno nascendo, ma via Pistone, via dei Tipografi, via Buda con le sue donne mezze-affacciate fra la porta e la strada e gli sguardi sospettosi d’allora, il cinema Mirone, il bar Scalia e quel gradino, sono ancora lì.” “Il mio polipo se ne va giù nel mare nero dei ricordi: si spampina bianco come un fiore. L’acqua si fa chiara e le mie braccia nuotano libere, la mia nuca slegata si muove con facilità. Galleggio in questa stanza fra gli oggetti ancora in disordine.” 

 “Ho perso lo spago dei ricordi, e mi perdo in questo mare chiaro, pulito, di voci e di volti come in un labirinto.” 

 “Il mare lucente rifletteva la mezza luna sottile come una lama.” 

 “Domani andiamo a vedere la casa tutta circondata da un muro di lava di cento anni fa: l’ultima volta che il gigante, che sta seppellito sotto il monte, si risvegliò e vomitò fuoco e fiamme dalla bocca.” 

 “Hanno il potere su tutto quelle donne, ma la morte non te la danno, sanno che ti piacerebbe uscire dalla fatica della carne per trasformarti in quei biscotti duri e dolci – ossa di morti – che piacciono tanto ai bambini. Sgranocchiando le ossa dei morti, all’alba, circondati dai regali, nelle case, in cortile, sulle soglie dei bassi, nei vicoli ci mostrano i regali..:” 

 “Lo sentivo adesso, monotono e rassicurante come il suono del marranzano. Non si pensa a niente quando qualcuno suona il marranzano: aliena – che in siciliano significava: diverte, scaccia i pensieri.” 

 “Su quel treno torno adesso per ritrovare quel gradino, quei vicoli che mi svegliano la notte, e che presto non esisteranno più. Quasi tutto il quartiere della Civita è stato demolito. Via Pistone larga resterà intatta. Via Pistone che si restringe in un vicolo sarà distrutta. Le donne sulle porte con gli scaldini e le labbra rosse sono ancora lì. Aspettano a demolire i vicoli delle donne e degli uomini in vestaglia con le calze nere e le giarrettiere rosse: aspettano a demolirli. Sono comodi. Una volta sparpagliati per la città nuova, sarà più rischioso e caro da cercare, per gli avvocati, i medici, i marinai.” 

 “Parlavano e fumavano, io leggevo. Avevo trovato un libriccino con tutte le poesie di Leopardi, e abbandonai Dostoevskij, Kuprin e il librone di medicina legale.” 

 “Con quella parola, straniera, che in siciliano suona più dura e definitiva, capii che il mio curiosare fra quei vicoli era finito, e ho ripreso il treno per il continente. Non sarei più ritornata in quel cortile, in quei vicoli. Ero una straniera.” 

 “L’attrazione carnale e della fantasia non sopporta limiti e non ne nascono mostri né sventure se non come in tutti gli accoppiamenti. Non userò più la parola incesto: o meglio, la userò per me quando per consuetudine, compassione continuerò a vivere con un uomo che non mi attrae più e che non è più attratto da me. La userò per te quando per pietà, per dovere, abitudine, continuerai a rotolarti nel letto di tua moglie che non ti dice più niente. Questo è il vero incesto dal quale nascono sicuramente mostri, dolori, sventure umilianti.” 

 “Non avrei fatto l’avvocato, e piangendo rinunciai a quella bella toga che un pomeriggio, di nascosto da tutti, mi ero infilata.”

 “Era riuscito invece a tenere uniti i sindacati, dopo la scissione del partito socialista, e aveva ottenuto il permesso di aprire uno stadio di calcio a Catania.” 

 “Fatemelo studiare quando è grande. Allora si dava del voi al marito, al padre, al nonno. Ma il marito si metteva a urlare e la picchiava dicendo: se fai studiare un figlio, questo dopo si rivolta contro di te.” 

 “Non c’era luce elettrica allora: Peppino studiava fuori, estate e inverno sotto il lampione.” “Gioia e dolore non espressi, ma buttati in faccia allo stato grezzo, non sono che maleducazione.” 

 “Oggi, 10 maggio 1965, compio 41 anni ed ho quasi finito questo mio libro che se riuscirò ad impararlo a memoria – io non so improvvisare: ho fatto l’attrice e devo, per parlare, avere un copione – sarà il mio parlare a voi.” 

 “Ho un anno, solo un anno: e muovo i primi passi, apro gli occhi su questo albero che sta davanti alla mia finestra, su questa poltrona, sul monte che finalmente tornando una settimana fa da Catania con la parola straniera tatuata sulla fronte, finalmente, per la prima volta mi si è mostrato, ha lasciato cadere il suo scialle di nubi e mi è apparso dal finestrino. Tornerò. Ora che mi si mostra la mammella mozzata e serena di S. Agata poggiata sul vassoio d’argento della Sicilia, tornerò.” 

 “Come tutte le donne, essendo intelligente, dovevi esserlo più di un uomo; coraggiosa più di un uomo. Ma non si sfugge alla propria natura: puoi sì affamarla, costringerla al silenzio anche per molto tempo; ma prima o poi la sua fame la spinge fuori coi denti, le unghie affilate e ti dilania le carni e le vene.” 

 “…entrai nel compromesso, mi rattrappii nel servaggio di avere successo ai loro occhi, di piacere.” 

 “Vi lascio per un po’: con questo poco di ordine che sono riuscita a fare intorno a me. Vorrei tacere per qualche tempo, e andarmene a giocare con la terra e con il mio corpo. Arrivederci.”

giovedì 13 marzo 2025

Nato in Sicilia – Enzo Russo

“Catania poi non è Palermo, né Roma, né Firenze. Non colpisce l’immaginazione. Bisogna scoprirla. E per scoprirla bisogna avere voglia di farlo. E nessuno ne ha voglia.” 

 “Si possono vendere le case, le pecore, i terreni. Non i patrimoni, o come diciamo noi, le posizioni. Quelli si possono solo sperperare.” 

 “Pari bruttu. E cioè? Starebbe male. Non sarebbe corretto. E’ una frase ricorrente. E’ la base della nostra società. L’apparenza, in Sicilia, è un’ideologia.” 

 “Non aveva mai visto le arance sulla pianta. Erano ancora piccole e cominciavano appena a prendere colore, ma già spiccavano contro il verde cupo delle foglie: alberi di Natale siciliani.” 

 “Ai buoni borghesi fanno orrore il ladro comune, la prostituta, l’ubriaco che vomita. Ma un brigante ha fascino…” 

 “Ma quando impresse il punto sulla carta, alla fine del periodo, provò una soddisfazione che non aveva mai conosciuto. Con due righe aveva cambiato la vita di una persona.” 

 “La morte estingue i reati penali e qualche volta anche i rancori…” 

 “Giuliano non si può arrestare perché ha una caratteristica insolita per un uomo delle sue origini: è orgoglioso. Quindi parlerebbe, rivelando amicizie e mandanti.” 

 “In Sicilia l’orgoglio è riservato al potere, al denaro e al blasone. E’ un sentimento di lignaggio. Quando il barone Lombardo, amico di mio padre, ricevette una delegazione che raccoglieva fondi per le famiglie dei caduti nella battaglia di Adua, la mise cortesemente alla porta. Io non faccio offerte come una persona qualunque – disse. Quando avrete finito la raccolta venite da me, fatemi sapere quanto avete nel cappello e aggiungerò una somma equivalente -. Questo è orgoglio: disprezzo e generosità fusi insieme nel bronzo. A noi borghesi, grandi e piccoli, è riservata la fierezza.” 

 “Questa è una terra strana, dove gli uomini sono costretti a vivere il privilegio di essere uomini, a mostrarsi forte e affamati di donne in ogni momento della loro vita, dalla prima adolescenza alla vecchiaia.” 

 “E poi, in tutti questi anni, ho imparato che raramente si muore per una ragione sola. Dal momento in cui l’attaccamento alla vita diminuisce, la strada è aperta alla depressione, al deperimento fisico… Chiunque ci colpisca, se prima poteva ferirci ora può ucciderci.” 

 “Ho notato che le anime più deboli finiscono per divenire realmente come gli altri credono che siano…” 

 “Sta imparando una cora terribile:_ che è possibile non essere ricambiati dalle persone che si amano.” 

 “L’Etna era un minuscolo continente che la primavera violenta della Piana sfiorava con delicatezza, distribuendo con giudizio macchie d’erba e ciuffi di ginestre qua e là sulle distese di lava e sul bordo dei piccoli vigneti.” 

 “Andavamo nei migliori locali, soprattutto alla Birreria Svizzera, in via Etnea, frequentata dai gerarchi fascisti, che stavano tutti da una parte, rumorosi, sicuri di sé…. Dall’altra parte c’erano gli intellettuali: Vitaliano Brancati, giovanissimo, Momigliano, Patti Vllaroel. Loro non facevano tanto chiasso, ma avevano un atteggiamento di superiorità sorridente che mi incantava.” 

 “Perché in Sicilia quella di figlio di una vedova giovane e piacente è una condizione difficile. Viene subito dopo quella di figlio di puttana.” 

 “Ecco cos’aveva fatto per tutta la vita: sostare in silenzio rispettoso dietro una fila di porte chiuse. Mai aveva osato girare una maniglia. Nemmeno bussare piano. Aveva solo teso l’orecchio, sperando di sentire qualcosa.”

 “Un uomo che non ha da mangiare nemmeno una fetta di pane non è più un uomo.” 

 “Ma in purgatorio già ci siamo tutti, qui. Per andare in paradiso ci vogliono qualità, per andare all’inferno ci vuole coraggio.” 

 “Questo erano stati zio Ferdinando, Maddalena Ganci e Gaetano Lanza: maschere greche prive di pavidità, di dolcezza, di tirannia. E ciascuno di essi era morto nella consapevolezza segreta della propria sconfitta.”

 “Definivano cornuto un uomo incapace di farsi amare, di farsi rispettare e, una volta appresa l’infedeltà, incapace di reagire. Cornuto poteva essere anche uno scapolo.”

 “Non bisogna promettere niente ai bambini, perché ricordano tutto e non capiscono il motivo per cui quelle promesse a volte non vengono mantenute.”