lunedì 15 dicembre 2025

Atti umani – Han Kang

“Sembra che voglia piovere – mormori. Che faremo se verrà a diluviare?” 

 “All’improvviso ti viene da chiederti: quando il corpo muore, che cosa succede all’anima? Per quanto tempo indugia accanto alla sua vecchia casa?” 

 “Per quanto tempo l’anima si trattiene accanto al corpo? Davvero vola via come un uccello? È questo che fa tremolare la fiamma della candela?” 

 “Ti mordi le labbra fino a farne uscire il sangue, stringi i denti e pensi: Sarei scappato. Se fosse stata questa donna e non Jeong-dae a cadere di fronte a te, saresti scappato comunque. Anche se fosse stato uno dei tuoi fratelli, tuo padre, tua madre, saresti scappato comunque.” 

 “Non ci sarà alcun perdono. Soprattutto per me.” 

 “Da quel momento, fui invaso dall’odio per il mio corpo. Per i nostri corpi, quella carne marcescente ormai fusa in un’unica massa, simile alla carcassa in decomposizione di un mostro dalle molteplici gambe. Se avessi potuto dormire, dormire davvero, non questa tremula, nebulosa insonnia. Se avessi potuto tuffarmi a testa in giù sul fondo della mia oscura consapevolezza.” 

 “Fino a quando i loro incubi non saranno pieni dei miei occhi, i miei occhi mentre il sangue scorre lento fuori. Fino a quando non sentiranno la mia voce chiedere, pretendere di sapere: perché?” 

 “Calai verso di loro, guizzando attorno al collo e alle spalle, dove uno portava le mostrine di caporal maggiore, l’altro quelle di sergente. Ne scrutai i volti. Com’erano giovani. Le pupille nere, dilatate per la paura, riflettevano il falò dei nostri corpi.” 

 “Com’è possibile, si chiede, che una faccia possa nascondere così bene ciò che si cela dietro di essa? Che non sia indelebilmente segnata da tanta crudeltà, brutalità, gusto omicida?” 

 “Eppure Eun-sook voleva solo invecchiare il più in fretta possibile. Voleva che quella maledetta, squallida vita non si trascinasse troppo a lungo.” 

 “Erano passati appena dieci minuti quando il silenzio che si era lasciata dietro di sé era stato interrotto dal sopraggiungere dei soldati. Eun-sook non aveva mai sentito niente di simile. Il tonfo risoluto e sincronizzato di mille paia di anfibi. Il rombo tonante dei carri armati, che minacciava di mandare in frantumi la pavimentazione e tirar giù le mura come vetro. Aveva nascosto la testa tra le ginocchia.” 

 “Quando la mattina aveva lasciato il posto al pomeriggio, aveva cominciato a farsi sentire il pesante calpestare degli anfibi. Rumori di porte che venivano aperte, di corpi che si dibattevano mentre venivano trascinati via, di cose che venivano fracassate, voci di gente che implorava e supplicava.” 

 “Dopo la tua morte non ho potuto tenere un funerale, così la mia vita è diventata un funerale. Dopo che ti hanno avvolto in un telone cerato e portato via su un camion dell’immondizia.” 

 “Ricordo che ero disposto anche a dare la mia vita; sentii il sangue di centomila cuori scorrere impetuoso in un’unica immensa arteria, fresco e pulito… la sublime enormità di un singolo cuore, che pompava sangue in quell’arteria e nelle mie vene. Osai sentirmi parte di esso.” 

 “Le è mai capitato di provarla, professore? Quell’intensità terrificante, quell’impressione di aver subito una specie di trasformazione alchemica, di essere stato purificato, di essere diventato totalmente virtuoso? Lo splendore di quel momento, la purezza abbacinante della coscienza.” 

 “In un modo o nell’altro, avevo bisogno di comprendere che senso avesse quello che avevo vissuto.” 

 “Se la vita era l’estate appena trascorsa, se era un corpo lurido di sudore e pus sanguinolento, secondi rappresi che si rifiutavano di passare, se era un boccone di germogli di fagioli andati a male che servivano solo ad accrescere i morsi della fame, allora forse la morte sarebbe stata come un colpo di spugna, che con una sola passata avrebbe spazzato via ogni cosa.” 

 “Ci versammo un bicchiere dopo l’altro di quel liquore forte e trasparente nella vana speranza che ci aiutasse a dimenticare.” 

“Così, se ci pensi, è stato solo quando ci hanno distrutti che abbiamo dimostrato di avere un’anima. Che questo eravamo, in realtà: uomini fatti di vetro.” 

 “Vuole che le racconti di questi ragazzi morti, professore? Distesi in fila uno dietro l’altro, in modo così innaturale, come alberi abbattuti?” 

 “Adesso capisce? I ragazzi in questa foto non giacciono allineati perché i loro cadaveri vennero sistemati così dopo che erano stati uccisi, ma perché camminavano in fila. Camminavano in fila indiana con le braccia in alto, proprio come gli avevamo detto di fare.” 

 “È vero che gli uomini sono fondamentalmente crudeli? L’esperienza della crudeltà è l’unica cosa che ci accomuna come specie?” 

 “Aspetto che il tempo mi spazzi via come acqua fangosa. Aspetto che la morte arrivi e mi mondi, mi liberi dal ricordo di tutte quelle morti sordide che perseguitano i miei giorni e le mie notti.” 

 “Un vento carico di umidità penetra dalla finestra scura. Hai la sensazione inquietante che sia una lunga espirazione. Come se la notte fosse un gigantesco organismo vivente, che apre la bocca e caccia un respiro afoso.” 

“Il lavoro è una garanzia di solitudine. Grazie alla tua vita solitaria, il ritmo regolare di lunghe ore lavorative seguite da brevi pause di riposo ti aiuta a superare le giornate, senza lasciarti il tempo di temere l’oscurità al di là del cerchio di luce.” 

 “È possibile testimoniare che mi ficcarono ripetutamente nella vagina un righello di legno di trenta centimetri, spingendolo dentro fino alla parete posteriore dell’utero? Che mi lacerarono la cervice uterina con il calcio di un fucile? Che, quando l’emorragia non voleva arrestarsi e collassai, dovettero portarmi all’ospedale per una trasfusione?” 

 “Non c’è modo di tornare al mondo precedente alla tortura. Nessuna strada per il mondo precedente al massacro.” 

 “Infinite esistenze che sfumano nella vaghezza come inchiostro nell’acqua.” 

 “Nelle prime ore del mattino, quando sogni che non riesci più a ricordare ti hanno inumidito le guance e i contorni di quel volto acquistano un’improvvisa chiarezza, quel tremolio non potrebbe essere in manifestarsi di un’anima?” 

 “C’è il sole laggiù, mamma, e anche un sacco di fiori. Perché camminiamo al buio? Andiamo laggiù, dove sbocciano i fiori.” 

 “Esaminai tutti i dorsi finché non arrivai allo scaffale più alto; ricordo ancora il momento in cui il mio sguardo si posò sul volto sfigurato di una giovane donna, con i tratti massacrati da una baionetta. In silenzio, senza rumore, qualcosa di tenero nel profondo di me si ruppe. Qualcosa che fino ad allora non mi ero nemmeno resa conto che ci fosse.” 

 “Per favore, scriva il suo libro in modo tale che più nessuno possa oltraggiare ancora la memoria di mio fratello.” 

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Per aspera ad astra