mercoledì 22 ottobre 2025

La scuola cattolica – Edoardo Albinati

“Fu Arbus ad aprirmi gli occhi. Non che prima li tenessi chiusi, ma di quello che i miei occhi vedevano non potevo affatto essere sicuro, forse erano immagini proiettate per illudermi o rassicurarmi, e io non ero capace di nutrire dubbi sullo spettacolo che mi veniva offerto ogni giorni e che viene chiamato vita.” 

 “Era proprio questa, la vita? Cioè, la mia vita? Dovevo fare qualcosa perché fosse mia, o mi veniva fornita e garantita così?”

 “Mi stupisce quanto sia in fondo raro il ricorso alla violenza dopo che non hai fatto altro che sentirla esaltare nei libri, nei film e nei giochi, e goderne le simulazioni per decine di anni, davanti alla tv.” 

 “E’ davvero difficile immaginare l’esistenza di una qualsivoglia educazione che non contempli punizioni di sorta. Questo perché le punizioni, indipendentemente dalla loro giustezza retributiva e dal loro effetto di deterrenza, che è senz’altro lecito porre in dubbio, servono a sviluppare in chi le subisce, a ragione o a torto, una rabbia che tornerebbe molto utile se si fosse capaci di impiegarla ai fini dell’educazione stessa.” 

 “Ecco l’immagine che ho sempre avuto di una classe maschile di liceo: granchi in un secchio, sì, granchi ammucchiati dentro un secchio.” 

 “Sono giunto perciò alla conclusione che noi siamo null’altro che fascio di nervi e sensazioni a cui per ragioni giuridiche è stata attribuita un’identità: in modo che quell’incrocio di pulsazioni casuali e caotiche paghi le tasse, erediti la casa dal babbo, all’aeroporto possa ritirare biglietti prepagati a suo nome e occupare il posto assegnato. Niente di più. Niente di più che un comodo sistema per rintracciarti.” 

 “La stragrande maggioranza dei ragazzi è superconformista. L’istinto li guida nel branco, raramente fuori.” 

 “Tutto, tutto s’impara per imitazione.” 

 “Rimangono due le opzioni e sono inconciliabili: assimilarsi agli altri, adeguandosi a tutte le condizioni e aspettative che riguardano l’essere uomini; oppure isolarsi, separarsi davvero, restare puri ed estranei, inadeguati, rifiutando ogni modello. Tu cosa hai scelto?” 

 “La scuola del resto non è precisamente un luogo per studiare, o certo non solo quello: è un’epoca della vita durante la quale si esplorano i confini del noto e del lecito, ci si ronza intorno.”

 “Avevamo molta voglia si stare insieme ma al tempo stesso eravamo terrorizzati all’idea di aprirci, di rivelarci.” 

 “Non ci si immagina di che stoffa delicata sia la timidezza maschile, non si fa mai questo sforzo, se non per sbeffeggiarla.” 

 “Diventare oggetto di ridicolo rappresentava infatti la nostra più grande paura.” 

 “E’ una singolare caratteristica del cattolicesimo italiano quello di portare avanti una millenaria tradizione di difesa degli ultimi mentre si allea nei fatti con gli interessi mondani dei primi.”

 “Allora, i beni di un ragazzo benestante consistevano in uno scaffale di dischi, una macchina fotografica. La Vespa. E poi… non viene in mente altro. Il giradischi stereo.” 

 “I vari pezzi di cui è composto un ragazzo cercano il limite entro cui essere contenuti, e sono grati alla barriera, di cui tuttavia non cessano di lamentarsi ogni minuto, che impedisce loro di collassare e andare dispersi, come le pagine di un manoscritto che volano via a un colpo di vento.” 

 “La paura più intollerabile per noi maschi era che si ridesse di noi… Sapete cosa significa combattere tutto il tempo, tutto il tempo, contro paura e vergogna? Parlo del terrore di essere preso in giro, di essere considerato una checca.” 

 “Lo spunto da cui nasce questo libro è il cosiddetto Delitto del Circeo, 29 settembre 1975: d’ora in avanti DdC.”

 “I desideri incompatibili con la realtà che animano un bambino e un adolescente sono destinati a tramontare, ed è un declino tormentoso.” 

 “Se uno pone domande, vuol dire che non si accontenta di quanto gli è stato detto, o non lo prende interamente per buono, perciò ogni domanda, persino la più innocente, è sempre una critica, o una sfida.” 

 “La vita umana sente l’insulto della parzialità. La vita è breve, riceviamo poco, sappiamo ancora meno, non ne capiamo quasi nulla. E poi tutto finisce.” 

 “Chi si sente costretto a riaffermare ogni momento la propria forza e la propria sicurezza dimostra l’esatto contrario, e cioè di essere fragile.” 

“Le tragedie sono dei grandi abbagli: se fossimo capaci di vederle dal lato giusto, ci accorgeremmo che sono occasioni, opportunità…” 

 “La scuola un tempo era un lungo e complicato gioco di premi e punizioni. Quando potevi dire di aver imparato le sue regole, di aver finalmente imparato a giocare, te ne andavi.” 

 “Comandare è eccitante, ma mai quanto obbedire.” 

 “Non credo che fossimo particolarmente crudeli, ma la crudeltà ci affascinava, tutti.” 

 “Cosa c’era di irresistibile nella crudeltà? Il fatto che fosse gratuita, imprevedibile e al tempo stesso curiosamente realistica. E dunque necessaria.”

 “Non si ha un’idea della riconoscenza che si dovrebbe, sempre e comunque, verso chi ci prepara un pasto, e compra trasporta pela sbuccia affetta e frigge, condisce, guarnisce. Per non parlare della fase catabolica, il riassetto, la distruzione dei residui, i lavaggi…” 

 “Siamo tutti così esposti, fragili, alla mercé della sorte (una lastra di ghiaccio sottile), alla mercé dei nervi, della malizia altrui e della nostra stupidità, siamo esposti al vento ancora più rovinoso dei nostri desideri, dei sogni, al vento tagliente delle frustrazioni, cosparsi di ferite, scuoiati…” 

 “Quasi tutte le cose che facciamo, le facciamo agli altri e per gli altri, ma non è mica altruismo, piuttosto il bisogno di esprimerci, di espanderci, abbiamo un disperato bisogno di una platea, di clienti, di destinatari, di cavie, di beneficiari e di vittime delle nostre azioni.” 

 “Le regole in famiglia vengono dettate dalle disponibilità finanziarie. Se abbondanti, indicano ciò che si può fare. Se scarse, prescrivono ciò che si deve fare. Il patrimonio è il principio di tutto; il singolo entra in scena sempre a spettacolo iniziato.” 

 “…il guadagno. Volgare non certo il fatto di conseguirlo, ma mostrarlo sì, molto volgare. E’ tipico delle famiglie borghesi sia esibire il denaro, e il benessere che ne consegue, sia celarlo o, piuttosto, renderlo implicito, sottintendendo discretamente: c’è, grazie al cielo, ma non se ne deve parlare. Mai.” 

 “A rendere imperativo il dovere dell’accumulo, e a difenderlo da ogni considerazione negativa sulla vanità dell’attaccamento alle cose materiali, nel borghese è appunto fortissima la consapevolezza che la restituzione del patrimonio alla fine della vita avverrà non a favore di un indistinto tutto, il mondo o la società, bensì ai propri figli.” 

 “Il gesto antico, sublime, semplice, di mio padre, di mettere mano al portafoglio. Mai una volta, credo, a mia memoria, che dicesse di no. Al massimo un sorrisetto scettico, un velo di sarcasmo accompagnato dall’orgoglio di poter sempre e comunque fare fronte.” 

 “Nelle conversazioni, ricordo come uno degli argomenti preferiti delle donne benestanti fosse il loro personale di servizio. Per chi può permettersi di averlo, è ancora oggi così.” 

 “Buon nome, anonimato, diceria e distinzione: tra questi angoli si è giocata a lungo la partita generazionale interna alle buone famiglie.” 

 “Il momento culminante della vita familiare è il pasto. Resta la principale e spesso unica occasione in cui i membri della famiglia si incontrano.”

 “La durata del pasto è inversamente proporzionale alla solidità dei legami tra chi lo consuma insieme. La fretta, il peggior indice.” 

 “Praticamente tutte le famiglie sono diventate famiglia borghese, il modello si è diffuso per contagio.” 

 “Si, perché l’onestà, il decoro, la cortesia, il lavoro contano fino a certo punto, da quel punto in poi ci vogliono i soldi.” 

 “Nell’ascesa sociale troviamo la conferma di quanto sia facile abituarsi all’agio e alle comodità e quanto sia insopportabile, fin quasi ad apparire mostruoso, dovervi rinunciare.” 

 “Il vero, grande pericolo non era insomma il disonore, bensì la povertà, di per sé disonorevole; non la perdita del decoro, ma quella dell’agiatezza. Il vero orrore: essere poveri, tornare a esserlo per chi lo era stato, diventarlo per chi non lo era mai stato.” 

 “Il numero vince il peso. Su questa saggia massima è fondata l’educazione borghese e dunque non ci si potrà lamentare se perlopiù si occupi di minuzie, il suo universo appunto è quello delle zanzare e dei tafani, non delle tigri e dei leoni, che uno nella vita non incontra mai. Ogni giorno ci telefonano seccatori, non assassini. Quante volte nella moderna vita borghese si ha l’occasione di mostrare coraggio?” 

 “Laddove la vita sembra non fornire occasioni per mettersi alla prova, allora le si riproduce in vitro, in laboratorio, o le si va a cercare appositamente: buttandosi in un burrone appesi a un elastico eccetera.” 

 “I tre pilastri educativi erano: persuasione, minaccia, punizione. Ma più che pilastri erano fasi. Se funzionava la prima, non c’era bisogno di applicare le successive.” 

 “I figli dei professionisti vissuti nella bambagia si sono illusi che quella proporzione aurea costituisse un orizzonte immutabile, e li ha risvegliati, un bel giorno, il ridimensionamento.” 

 “In linea generale sopravvalutiamo il peso dello sguardo che si posa su di noi. Per insicurezza o per vanità, si ritiene che gli altri non abbiano di meglio da fare che studiarci e valutarci, mentre il più delle volte passiamo alquanto inosservati. La quantità di aspettative, preoccupazioni e pensieri autoreferenziali che fanno tremare un uomo o una donna quando fa il suo ingresso in una sala affollata e si sente gli occhi puntati addosso, è normalmente sproporzionata all’interesse effettivo che suscita.” 

 “Il Denaro si ha, e si tace, solo chi ne ha poco ne parla.” 

 “Quante volte ho sentito delle persone assolutamente perbene vantarsi di aver stretto amicizia con degli assassini, e in loro c’era del genuino trasporto, un entusiasmo indiscutibile, lo stesso del tifoso che si fa firmare l’autografo dal calciatore, o della ragazzina con la star della tv.” 

 “L’idea di una remissione può farlo impazzire, ragione per cui preferisce mentire con se stesso, proclamandosi soddisfatto.” 

 “Certo non vi è nulla di più borghese che il sottrarsi alle convenzioni borghesi…” 

 “Senza punizione alla lunga scompare anche la colpa. Pensate cosa sarebbe il Paese dei Balocchi senza le orecchie d’asino.” 

 “L’immaginazione stenta a figurarsi cosa effettivamente voglia dire essere Bill Gates, non ci arriva proprio a quei livelli. Si invidia, piuttosto, ciò che è quasi alla nostra portata. Si invidia ciò che si crede in pieno diritto di possedere. Si invidia il nostro simile, non il diverso.” 

“Sono figlio di un’epoca senza medaglie, senza eroi, senza causa per cui credere e combattere.” 

 “La disponibilità alla violenza era palpabile, liquida, la violenza era il collante che teneva insieme i discorsi, era lo sfondo su cui si muovevano le figure, come il paesaggio con gli alberi e le montagne nei quadri del Rinascimento.” 

 “Il problema dei coetanei è che te li porti dietro tutta la vita.”

 “Chi ha imbracciato le armi da fuoco ha provato sensazioni che l’uomo inerme nemmeno immagina.” 

 “Apprensione, cruccio, angustia, allarme, inquietudine, sospetto: l’immagine della vita beata della classe media come un fiume che scorre placido è un puro mito.” 

 “La pace è sempre ipocrita come quella che regnava nel QT. Una desiderabile impostura. Viene sottoscritta da qualcuno che ha uno stivale piantato in faccia. Se non fosse minacciato non firmerebbe. Solo la guerra è sincera. Quando non si accettano più indegni compromessi.” “

Sei sorvegliato ovunque. Regolamenti si sovrappongono a regolamenti, come manifesti incollati uno sopra l’altro, e mentre stai lì senza far nulla, su una panchina di un giardino, in realtà stai obbedendo almeno a una decina di codici racchiusi l’uno nell’altro come scatole cinesi. Unica eccezione: i barboni, e i criminali.” 

 “Mentre oggi si pretende che qualcuno creda in Dio e spieghi Dio e poi possa entrare in una chiesa, altrimenti il suo gesto sarebbe illogico, un tempo si andava in chiesa per abitudine finché un giorno magari si arrivava persino a crederci. Cessata la consuetudine che è una precondizione dell’esperienza, viene meno l’esperienza stessa. Solo chi diventa poco alla volta familiare con qualcosa potrà alla fine riconoscerlo. Prima preghi, poi incontrerai Dio, prima marci e canti, poi finirai per amare la patria, questo il fondamento dei riti religiosi e civili. Oggi si chiede che tutto fornisca la sua ragione immediata, non si concede più tempo o intervallo tra l’apprendimento e la comprensione: debbono essere simultanei, tutto dev’essere chiaro fin dall’inizio, non vi è spazio né per la noia né per il mistero.” 

“Leggere? Leggere? Io non leggevo libri, io li divoravo, li trituravo. Spazzolavo via tutto senza lasciare una briciola di senso, una riga che non fosse spremuta. Spesso non capivo molto, o non capivo niente, ma macinavo l’incomprensibile, via, fatto, avanti un nuovo libro.” 

 “Finché lo stupro è stato considerato un reato contro la morale e non contro la persona, era inevitabile che la vittima venisse associata al colpevole nella medesima aura di vergogna. Si diventa impuri non solo per gli atti commessi ma anche per quelli subiti, come un appestato che ha contratto la malattia suo malgrado, ne è la vittima innocente eppure suscita il medesimo ribrezzo.”

 “Il premio del più forte consiste appunto nel poter punire il più debole a suo piacimento. Da questo punto di vista, il tanto discusso “Porgi l’altra guancia” di Gesù potrebbe rivelarsi un precetto assai meno paradossale e rivoluzionario di quanto sembri a prima vista, anzi, un adeguamento realistico al mondo così com’è, di stampo quasi confuciano: sopporta la violenza che ti viene fatta senza sognarti di restituirla, saresti comunque tu a soccombere.” 

 “Con la cosiddetta liberazione sessuale, si scoprì che i poeti avevano mentito. Per secoli. Tutti, o quasi tutti. Le donne vogliono il sentimento? Vogliono l’amore, l’amore puro, eterno? No, le donne vogliono godere. Vogliono scopare a sangue. Reclamano il cazzo come i maschi la fica. Né di più né di meno.” 

 “Il più innovativo movimento politico degli ultimi cento anni, nonché quello più drammaticamente attuale, è quello della liberazione delle donne.” 

 “Nulla più della violenza serve a esporre una tesi, a illustrare una teoria, ad affermare un diritto. Facendo scempio di qualcuno, si fornisce un esempio.” 

 “L’impotente è il più grande prepotente, quando si trova al cospetto di persone ancora più deboli di lui, che infatti sceglie per categorie svantaggiate in partenza: ingenue vergini di condizioni modeste, forse le uniche creature ancora più deboli degli assassini, che a lungo la stampa si era affrettata a presentare come dei Barbablù potentissimi, personalità quasi invincibili e diabolicamente geniali, mentre si trattava di mentecatti nevrotici, che in una scuola diversa dal SLM non avrebbero avuto scampo.”

“Chi non ha vissuto altro che sicurezza pace e confort è affamato di pericolo, sfide e violenza.” 

 “Le mani protese verso il corpo di una donna sono sempre cariche di tenerezza o di violenza. In equilibrio instabile.” 

 “A ventitré anni ogni pensiero galoppa sfrenato in tutte le direzioni, fino all’orizzonte e oltre, ogni insensatezza offre un lato affascinante, avventuroso, che più tardi apparirà solo per quello che è in effetti, una cazzata, alla cruda luce dell’età adulta.” 

 “Come si può pensare che una società si astenga dal versare sangue umano e non ne sia contaminata, quando sguazza in quello animale? Il massacro è talmente pervasivo e ininterrotto che nemmeno ce ne accorgiamo, anche perché viene tenuto ben lontano dai nostri occhi che non potrebbero sostenere la vista di un minuto solo della carneficina. Lontano dai nostri occhi ma non dalla nostra bocca! E’ questa la vera catena di montaggio, altro che Ford, altro che Fiat… La catena di uccisione e di smontaggio delle bestie per mangiarsele. E poi uno dovrebbe trasecolare se ogni centomila animali ammazzati muore un uomo per mano di un uomo? Dove sarebbe l’eccezione?”

 “Nel disporre del corpo altrui, se non vi è amore a guida gli atti, è possibile che si manifesti ferocia.” 

 “Il sesso è una singolare prigione le cui sbarre impediscono di entrare piuttosto che di uscire: ciò che si vorrebbe, ciò che si desidera è dentro, è un segreto, nascosto come normalmente lo sono gli organi genitali.” 

 “Non c’è niente come la bellezza di una donna che stanchi l’uomo che l’ha sposata solo per quello.” 

 “Il racconto della malattia viene oramai tradotto in termini calcistici o tennistici, dando per acquisita una mentalità agonistica secondo la quale, però, sembra che chi alla fine muore, muore perché si arrende. E non è così. Non c’è proprio nessuna lotta, a parte quella che le persone di buona volontà mettono in testa al malato di dover combattere con tutte le forze che non ha.” 

 “E’ inutile e stupido disprezzare e sbeffeggiare la paura poiché essa è sempre specularmente legata alla speranza, e dunque ridere delle paure degli individui vuol dire negare loro ogni speranza.” 

 “A qualsiasi ora sia andato a letto la sera prima, mi sveglio troppo presto, che è ancora notte e il mattino lontano, sono le quattro, quattro e mezzo, apro gli occhi nel buio e sono pervaso dall’ansia; prendo mezza pasticca di un noto psicofarmaco e aspetto che faccia effetto.” 

 “Nel buio si scontravano continenti di pensieri, con uno scricchiolio, enormi lastre di ghiaccio alla deriva. Il pensiero incessante, vano… Il corpo che reclamava riposo… la mente famelica. Cosa pensavo? In realtà, niente. Non ero io a pensare, ma i pensieri che arrivavano in massa e vorticavano come stormi di uccelli nel cielo invernale, ogni tanto formando qualche figura che dava l’impressione di avere senso, quasi subito dissolta.” 

 “La dottrina del “Ma noi non sapevamo” andrebbe sostituita con l’ammissione “Noi sapevamo tutto, ma non volevamo arrenderci all’evidenza”.” 

 “Non capiamo gli altri. Forse non abbiamo la pazienza necessaria a farlo. Li giudichiamo frettolosamente, goffamente, ci resta ancora tanto da sapere, così tanto da soffrire e da godere, mentre noi siamo qui gettati, nel numero, nel tempo, nelle dimensioni, nelle ristrettezze di una mente sola.”

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Per aspera ad astra