“Suppongo che a un certo punto, nella mia vita, avrei potuto narrare un gran numero di storie, ma ora non ve ne sono altre. Questa è l’unica storia che riuscirò mai a raccontare.”
“Forse che una cosa come “il fatale errore”, quell’appariscente, cupa frattura che taglia a metà una vita, può esistere al di fuori della letteratura? Una volta pensavo di no. Ora sono dell’opinione contraria. E penso che il mio sia questo: un morboso, coinvolgente desiderio verso tutto ciò che affascina.”
“La domenica era un giorno triste; a letto presto, la scuola il mattino dopo, e la costante preoccupazione d’aver fatto male i compiti a casa…”
“E le notti, più gradi di quanto sia immaginabile: nere, immense, spazzate dal vento; caotiche e pazze di stelle.”
“Perché, se la mente moderna è capricciosa e digressiva, la mente classica è mirata, risoluta, inesorabile.”
“…ognuno è solo con i propri acciacchi e le proprie pene. Ancor più terribile, invecchiando, scoprire che nessuna persona – non importa quanto vicina – potrà mai capirci davvero. I nostri io sono ciò che ci rende più infelici, ed è per questo che bramiamo perderli, non credete?”
“Dopo la lezione, scesi le scale trasognato, la testa che mi girava, ma acutamente, dolorosamente cosciente d’essere vivo e giovane in una bellissima giornata: il cielo di un intenso, accecante azzurro, il vento che sparpagliava le foglie rosse e gialle in un turbine di coriandoli.”
“Immagino che vi sia un periodo cruciale, nella vita di ognuno, allorché il carattere si consolida definitivamente.”
“Io sono un tipo da espresso – disse allegramente – L’ho bevuto di continuo in Italia. Hanno un sacco di posticini dove ci si può sedere a prendere un caffè, sai?”
“Dopotutto, il fascino dello smettere di essere se stessi, sia pure per un breve attimo, è davvero grande – riprese – Trascendere l’accidente dell’istante individuale.”
“…perdersi, perdersi completamente.”
“La gente povera non viveva con soggezione i suoi modi, ma solo provava una certa inspiegabile ammirazione; erano dunque in grado di vedere il vero Henry, l’Henry che io ho conosciuto, taciturno, educato, per molti aspetti semplice e diretto come loro stessi.”
“…per la sua completa incapacità di pensare prima di agire. Si fiondava nella vita guidato solo dalla fioca luce dell’impulso e dell’abitudine, fiducioso che il suo corso non sarebbe stato interrotto da ostacoli troppo grandi da non potere essere atterrati dalla bruta forza d’inerzia.”
“Ci piace pensare che abbia un certo valore, la vecchia banalità amor vincit omnia. Ma se ho imparato una cosa, nella mia breve triste vita, è che quella banalità è una bugia: l’amore non vince nulla, e chi lo pensa è uno sciocco.”
“Nella grande poesia la musica traspare anche quando non conosci la lingua. Io ho amato Dante prima di imparare una parola d’italiano.”
“Alcune cose sono troppo terribili per entrare a far parte di noi al primo impatto; altre contengono una tale carica di orrore che mai entreranno dentro di noi. Solamente più tardi, nella solitudine, nella memoria, giunge la comprensione: quando le ceneri sono fredde, la gente in lutto è andata via; quando ci si guarda intorno e ci si ritrova in un mondo completamente diverso.”
“La tomba mi apparve come una cosa orribile; non ne avevo mai visto una, prima. Era barbarica, un buco nell’argilla con traballanti sedie pieghevoli per la famiglia da un lato, dall’altro un cumulo di nuda terra. Dio mio!”
“…la sua allegra, socratica indifferenza per le cose della vita.”
“Inoltre, è forse la morte una cosa tanto terribile? Sembra terribile a voi, perché siete giovani… ma chi vi dice che non stia meglio lui di voi? O – se la morte è un viaggio in un altro luogo – che non lo vedrete ancora?”
“La notte proiettava lunghe ombre sul mio scarso sonno agitato.”
“Quell’onda improvvisa di potere e godimento, di sicurezza, di controllo. La sensazione della ricchezza del mondo, delle sue infinite possibilità.”
“Si puntò la pistola alla tempia e fece fuoco, due volte. Due sordi scoppi che gli scaraventarono la testa verso sinistra. Fu il rinculo della pistola, credo, a provocare il secondo colpo. Gli si spalancò la bocca. Una corrente d’aria causata dall’apertura della porta risucchiò le tende nel vano della finestra; per un istante esse tremolarono contro la rete antinsetti, poi si riadagiarono con una specie di sospiro. Henry, le palpebre serrate, le ginocchia che cedevano sotto il suo peso, si accasciò con un tonfo sulla moquette.”
“Ricordo il suo riflesso nello specchio mentre si puntava la pistola alla tempia; la sua espressione di folle concentrazione, di trionfo, quasi un tuffatore che corra verso la fine del trampolino: occhi stretti, felice nell’attesa del grande salto.”
“…trascorsi l’estate a sonnecchiare sul suo terrazzo, fumando e leggendo Proust, sognando della morte e dell’indolenza, della bellezza e del tempo.”
“Si voltò e andò via. Guardai la sua schiena che spariva nel lungo corridoio inondato di luce.”
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Per aspera ad astra