sabato 30 agosto 2025

M la fine e il principio – Antonio Scurati

“Benito Mussolini è stato arrestato, il fascismo è caduto, gli angloamericani tormentano l’Italia dal cielo preparandosi a invaderla dal mare. Ma nulla di tutto ciò risuona nell’urlo primordiale della scimmia impazzita. La storia umana si estingue nello sguardo idiotico dell’animale.” 

 “Il primo giorno di occupazione nazista di Milano tramonta in una dolcissima notte di luna piena. In piazza del Duomo il chiarore tenue dell’astro notturno illumina la sagoma tozza di un carro armato Panzerkampfwagen IV. Il suo cannone KwK 40 da 75 millimetri è puntato contro le esili guglie svettanti, tra mille statue di santi, sulla cattedrale consacrata a Santa Maria Nascente, il più grande tempio cristiano del mondo dopo la basilica di San Pietro.” 

 “Li guida una sola stella: la nostalgia, il dolore del ritorno, il ricordo menzognero dei giorni belli, i giorni gloriosi, i giorni della lotta, la confusione vitale della rissa, li guida il fantasma della giovinezza, il più vile degli inganni. Divorati dal cancro del tempo, passati in giudicato dalla storia, cristallizzati per l’eternità nel gesto omicida, sono i dannati di un inferno anonimo, i manovali del massacro, sono i desperados del fascismo.” 

 “Quegli uomini saranno spietati perché sono già stati sconfitti, vagheranno sulla terra seminando morte perché sono già morti, cono cadaveri insepolti, sono i cani neri del mito.” 

 “Non si accorge Resega dei partigiani venuti a ucciderlo, perché quegli uomini sono oramai tutt’uno con la città che li vomita e al tempo stesso li cela, quella città inorridita dal ritorno del fascismo che arretra di disgusto a ogni suo passo proprio come si ritrae alla vista oscena degli squadristi di Colombo…” 

 “D’altro canto, in questa primavera di sangue tutta Milano è divenuta una città di torturatori.” 

 “Sono tutti qui, in questo fosco autunno del millenovecentoquarantaquattro, sono tutti a fianco a fianco nell’anticamera del dittatore decrepito, assassini, avventurieri spietati, idealisti illusi e moralizzatori, sulla stessa barca che affonda, in riva a questo lago torpido.” 

 “Questa moltitudine di Arditi, assassini e avventurieri, vinti ebbri della propria sconfitta, non vuole sentire discorsi, vuole soltanto acclamare il proprio idolo, scandirne il nome con un ancestrale ritmo ternario. Duce! Duce! Duce!” 

 “Ciò che Mussolini proprio non riesce a vedere, riflessa nelle acque morte del lago, è la verità su se stesso: lo ha già fatto, quegli uomini li ha già turlupinati. Lui è l’ingannatore, non l’ingannato. E non andrà in piazza, come proclama a Clara di voler fare. Nemmeno morirà. Forse lo desidera ma non morirà. Non ora, non ancora.” 

 “I milanesi, intanto, non trovano il tempo per crogiolarsi nel dramma interiore. Non lo trovano perché vivono quotidianamente un dramma esteriore pienamente dispiegato nelle strade. A Milano, infatti, cessata una breve tregua, si è ricominciato a scannarsi.” 

 “Nessuno che cerchi un senso nelle cose umane può accontentarsi dei meri fatti perché i fatti glielo negheranno. Poi, però, viene il momento in cui la Storia con la maiuscola, insieme al suo carico magniloquente di grandi visioni, degrada nella semplice, insensata cronaca degli accadimenti. Il momento è arrivato.” 

 “Ilo 25 aprile millenovecentoquarantacinque a Milano non fa più freddo. Nutriti dal tiepido sole primaverile, i primi papaveri selvatici fioriscono tra le rovine dei bombardamenti nelle strade deserte, ammutolite dallo sfacelo, traendo linfa dai cadaveri insepolti. È un mercoledì.” 

 “Ma in fondo lo sanno, lo hanno sempre saputo: il loro unico intento, nella mattanza generale del mondo, fu soltanto quello di impugnare la lama dal lato dell’elsa.” 

 “All’una di notte il convoglio funereo parte per Milano dove giunge due ore più tardi. La destinazione non è affatto casuale, segue il criterio della vendetta, l’irresistibile seduzione dei simboli, l’antichissimo richiamo dei nomi: i cadaveri vengono scaricati sul selciato di piazzale Loreto, nel punto esatto dove nell’agosto del ’44 furono trucidati quindici antifascisti, all’angolo tra corso Buenos Aires e il grande slargo cittadino che da allora molti milanesi hanno ribattezzato piazza dei martiri.” 

 “Finisce qui, dove era cominciata, la tragica storia di Benito Mussolini: nell’oscenità, nell’orrore, nel massacro. E qui inizia quella del suo cadavere.” 

 “La vostra Repubblica nasce qui, su questa piazza, fondata su questo cadavere scannato a un uncino da macellaio.” 

 “Alla fine, come in principio, saranno soltanto i morti. In principio come alla fine sarà ancora soltanto il corpo. Il corpo macellato e ricomposto, morto e resuscitato, laido e glorioso. Il corpo del vostro Duce. Si, il mio pubblico ci sarà ancora. E ancora, E ancora. Il cadavere tornerà, io tornerò, perché i morti non pesano soltanto, i morti sopravvivono. Sono cose più antiche del mondo. E io queste cose le so, le so perché è inutile, non c’è niente da fare, io sono come le bestie: sento il tempo che viene.”

lunedì 25 agosto 2025

Dio di illusioni – Donna Tartt

“La neve sulle montagne si stava sciogliendo e Bunny era già morto da molte settimane prima che arrivassimo a comprendere la gravità della nostra situazione.” 

 “Suppongo che a un certo punto, nella mia vita, avrei potuto narrare un gran numero di storie, ma ora non ve ne sono altre. Questa è l’unica storia che riuscirò mai a raccontare.” 

 “Forse che una cosa come “il fatale errore”, quell’appariscente, cupa frattura che taglia a metà una vita, può esistere al di fuori della letteratura? Una volta pensavo di no. Ora sono dell’opinione contraria. E penso che il mio sia questo: un morboso, coinvolgente desiderio verso tutto ciò che affascina.” 

 “La domenica era un giorno triste; a letto presto, la scuola il mattino dopo, e la costante preoccupazione d’aver fatto male i compiti a casa…” 

 “E le notti, più gradi di quanto sia immaginabile: nere, immense, spazzate dal vento; caotiche e pazze di stelle.” 

 “Perché, se la mente moderna è capricciosa e digressiva, la mente classica è mirata, risoluta, inesorabile.” 

 “…ognuno è solo con i propri acciacchi e le proprie pene. Ancor più terribile, invecchiando, scoprire che nessuna persona – non importa quanto vicina – potrà mai capirci davvero. I nostri io sono ciò che ci rende più infelici, ed è per questo che bramiamo perderli, non credete?” 

 “Dopo la lezione, scesi le scale trasognato, la testa che mi girava, ma acutamente, dolorosamente cosciente d’essere vivo e giovane in una bellissima giornata: il cielo di un intenso, accecante azzurro, il vento che sparpagliava le foglie rosse e gialle in un turbine di coriandoli.” 

 “Immagino che vi sia un periodo cruciale, nella vita di ognuno, allorché il carattere si consolida definitivamente.” 

“Io sono un tipo da espresso – disse allegramente – L’ho bevuto di continuo in Italia. Hanno un sacco di posticini dove ci si può sedere a prendere un caffè, sai?” 

 “Dopotutto, il fascino dello smettere di essere se stessi, sia pure per un breve attimo, è davvero grande – riprese – Trascendere l’accidente dell’istante individuale.”

 “…perdersi, perdersi completamente.” 

 “La gente povera non viveva con soggezione i suoi modi, ma solo provava una certa inspiegabile ammirazione; erano dunque in grado di vedere il vero Henry, l’Henry che io ho conosciuto, taciturno, educato, per molti aspetti semplice e diretto come loro stessi.” 

 “…per la sua completa incapacità di pensare prima di agire. Si fiondava nella vita guidato solo dalla fioca luce dell’impulso e dell’abitudine, fiducioso che il suo corso non sarebbe stato interrotto da ostacoli troppo grandi da non potere essere atterrati dalla bruta forza d’inerzia.” 

 “Ci piace pensare che abbia un certo valore, la vecchia banalità amor vincit omnia. Ma se ho imparato una cosa, nella mia breve triste vita, è che quella banalità è una bugia: l’amore non vince nulla, e chi lo pensa è uno sciocco.” 

 “Nella grande poesia la musica traspare anche quando non conosci la lingua. Io ho amato Dante prima di imparare una parola d’italiano.” 

 “Alcune cose sono troppo terribili per entrare a far parte di noi al primo impatto; altre contengono una tale carica di orrore che mai entreranno dentro di noi. Solamente più tardi, nella solitudine, nella memoria, giunge la comprensione: quando le ceneri sono fredde, la gente in lutto è andata via; quando ci si guarda intorno e ci si ritrova in un mondo completamente diverso.” 

 “La tomba mi apparve come una cosa orribile; non ne avevo mai visto una, prima. Era barbarica, un buco nell’argilla con traballanti sedie pieghevoli per la famiglia da un lato, dall’altro un cumulo di nuda terra. Dio mio!” 

 “…la sua allegra, socratica indifferenza per le cose della vita.” 

 “Inoltre, è forse la morte una cosa tanto terribile? Sembra terribile a voi, perché siete giovani… ma chi vi dice che non stia meglio lui di voi? O – se la morte è un viaggio in un altro luogo – che non lo vedrete ancora?” 

 “La notte proiettava lunghe ombre sul mio scarso sonno agitato.” 

 “Quell’onda improvvisa di potere e godimento, di sicurezza, di controllo. La sensazione della ricchezza del mondo, delle sue infinite possibilità.”

 “Si puntò la pistola alla tempia e fece fuoco, due volte. Due sordi scoppi che gli scaraventarono la testa verso sinistra. Fu il rinculo della pistola, credo, a provocare il secondo colpo. Gli si spalancò la bocca. Una corrente d’aria causata dall’apertura della porta risucchiò le tende nel vano della finestra; per un istante esse tremolarono contro la rete antinsetti, poi si riadagiarono con una specie di sospiro. Henry, le palpebre serrate, le ginocchia che cedevano sotto il suo peso, si accasciò con un tonfo sulla moquette.” 

 “Ricordo il suo riflesso nello specchio mentre si puntava la pistola alla tempia; la sua espressione di folle concentrazione, di trionfo, quasi un tuffatore che corra verso la fine del trampolino: occhi stretti, felice nell’attesa del grande salto.” 

 “…trascorsi l’estate a sonnecchiare sul suo terrazzo, fumando e leggendo Proust, sognando della morte e dell’indolenza, della bellezza e del tempo.” 

 “Si voltò e andò via. Guardai la sua schiena che spariva nel lungo corridoio inondato di luce.”

mercoledì 20 agosto 2025

La bolla di componenda – Andrea Camilleri

“Travagliari – o meglio travagghiari – in siciliano significa semplicemente lavorare, senza fare differenza tra lavoro pesante, spaccareni, e lavoro leggero, di sola testa e magari di piacimento. In italiano invece le cose cangiano di radica: sempre e comunque travagliare implica grave pondo di fatica, sforzo, doloranza; si usa dire infatti del travaglio del parto, oppure, in discorsi superni, ci si compiace del travaglio dell’anima.” 

 “Per tornare al discorso: nel momento in cui Vecchierri pronunciò quella parola, componenda, un’eco, di cui non seppi individuare subito il punto di partenza, cominciò a rimbalzare di anfratto in anfratto nella mia memoria poi definitivamente si perse.” 

 “Brigantaggio l’ho scritto tra virgolette per farmi arrasso dalle tesi della storiografia ufficiale, almeno come ancor oggi risulta dai libri di scuola, che mistificano, spacciano per banditismo quella che in realtà fu una gigantesca rivolta contadina.” 

 “Mi accorgo di star divagando. E’ un mio difetto questo di considerare la scrittura allo stesso modo del parlare. Da solo, e col foglio bianco davanti, non ce la faccio, ho bisogno d’immaginarmi attorno quei quattro o cinque amici che mi restano stare a sentirmi, e seguirmi, mentre lascio il filo del discorso principale, ne agguanto un altro capo, lo tengo tanticchia, me lo perdo, torno all’argomento.” 

 “Forse più straziante della morte stessa di una persona che amammo è il dover mettere mano, per necessità, alle cose più intime e segrete che quella persona volle conservare via via che trascorreva la vita, lettere, fotografie, biglietti, fiori secchi, poveri oggetti ai quali il ricordo si ancorava.” 

 “Fino a che punto un uomo che ha commesso un reato ma che la la coscienza e l’anima a posto in virtù di una speciale concessione della Chiesa può definirsi e sentirsi colpevole?” 

 “La bolla di componenda invece, abilmente, la si è tramutata in una bolla di sapone.” 

 “E diciamolo subito, a chiare lettere, prima di andare oltre: la componenda (e cioè, ripetiamolo ancora, l’accordo illecito tra briganti e poliziotti) non è altro che la versione laica e in un certo senso addomesticata dell’autentica e originaria bolla di componenda. La quale invece consiste in un incredibile tariffario a stampa, emesso ufficialmente dal clero (bolla) con le percentuali da pagare alla Chiesa per i reati commessi. La compera della bolla da parte dei malfattori viene automaticamente a costituire sottoscrizione di patto.” 

 “E quando rientra nel miserabile tugurio dove vive la sua famiglia, tugurio assai spesso simile alla tana di un animale, egli non può fare a meno di pensare che forse nel malandrinaggio c’è la soluzione al suo stato. Tanto, la bolla di componenda, in ogni caso, lo assolve dalla colpa di fronte a Dio.” 

 “Non c’è modo alcuno di nobilitare (mi si passi il verbo) la bolla paragonandola a una qualsiasi bolla d’indulgenza, anche la più degenerata. La bolla di componenda è un puro e semplice, ma torno a ripetere devastante, pactum sceleris: solo che uno dei contraenti è la più alta autorità spirituale, la Chiesa, qui certamente non mater ma cattiva magistra.” 

 “Chi meno conosce, più campa e più cresce – faceva un proverbio, ed è regola santa, soprattutto quando le cose che si vengono a conoscere diventano pubbliche, davanti a numerosa compagnia: allora uno non può più tirarsi solo il suo ma deve stare attento a quello che dicono gli altri.”

venerdì 15 agosto 2025

Alla ricerca del tempo perduto - Marcel Proust

A la recherche du temps perdu è un libro infinito, credo che non sia possibile chiuderlo convinti di aver letto tutto: per certi versi è una ricerca ipnotica e perenne. Queste citazioni sono estrapolate da alcuni dei libri-capitoli dell'opera che è un monumento enorme, forse avrei dovuto evitare di pubblicarle perchè comunque sono troppo riduttive. L'unica è consigliarvi di leggerla voi e farne tesoro. Ho messo all'inizio l'incipit che è famosissimo, da quello potete già capire qual'è il viaggio che vi attende.



“Per molto tempo sono andato a dormire presto. A volte, appena spenta la candela, i miei occhi si chiudevano così subitamente che non avevo nemmeno il tempo di dirmi: «Mi addormento» e, mezz’ora dopo, il pensiero che era tempo di cercare il sonno mi svegliava.”

 “Basta che un rumore, un odore, già uditi o respirati un tempo, lo siano di nuovo, nel passato e insieme nel presente, reali senza essere attuali, ideali senza essere astratti, perché subito l'essenza permanente, e solitamente nascosta, delle cose sia liberata, e il nostro vero io che, talvolta da molto tempo, sembrava morto, anche se non lo era ancora del tutto, si svegli, si animi ricevendo il celeste nutrimento che gli è così recato. Un istante affrancato dall'ordine del tempo ha ricreato in noi, perché lo si avverta, l'uomo affrancato dall'ordine del tempo.” 

 “È sempre in uno stato d'animo non destinato a durare che si prendono risoluzioni definitive.” 

 “Troviamo di tutto nella nostra memoria: è una specie di farmacia, di laboratorio chimico, dove si mettono le mani a caso, ora su una droga calmante, ora su un veleno pericoloso.” 

 “Il mondo in cui si vive durante il sonno è talmente diverso, che quelli che faticano a prender sonno cercano prima di tutto di uscire dal nostro.” 

 “Gli omosessuali sarebbero i migliori mariti del mondo, se non recitassero la commedia di essere donnaioli.” 

 “Si ama per un sorriso, per uno sguardo, per una spalla. Tanto basta. Allora, nelle lunghe ore di speranza o di tristezza, ci si fabbrica una persona, si compone un carattere. E quando, più tardi, si frequenta la persona amata, è impossibile ormai (per quanto crudele sia la realtà che ci vien messa innanzi) togliere quel carattere buono, quella natura di donna amorevole all'essere che ha quello sguardo o quella spalla, proprio come non possiamo, quando invecchia, togliere il suo primo volto a una persona che conosciamo fin dalla sua giovinezza.” 

 “Era cominciata per lei — solo un po' prima di quanto avvenga di solito — quella piena rinuncia della vecchiaia, che si prepara alla morte, si chiude nella propria crisalide, e che è possibile osservare, al termine delle esistenze di lunga durata, anche fra vecchi innamorati che si sono amati molto, fra amici uniti dai vincoli più puri e che, a partire da un certo anno, smettono di affrontare il viaggio o l'uscita necessaria per incontrarsi, smettono di scriversi, e sanno che in questo mondo non comunicheranno più.” 

 “Desideriamo essere capiti, perché desideriamo essere amati, e desideriamo essere amati perché amiamo. La comprensione degli altri è indifferente, e il loro amore è importuno.” 

 “Quel che rimprovero ai giornali è di farci prestare attenzione ogni giorno a cose insignificanti, mentre leggiamo tre o quattro volte nella vita i libri dove ci sono le cose essenziali.” 

 “Possiamo conversare tutta una vita senza fare altro che ripetere indefinitamente il vuoto di un minuto, mentre il cammino del pensiero nel lavoro solitario della creazione artistica avviene nel senso della profondità, la sola direzione che non ci sia preclusa, in cui possiamo progredire, con più fatica, è vero, verso un risultato di verità.” 

 “L'istinto detta il dovere e l'intelligenza fornisce i pretesti per eluderlo.” 

 “Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, soli, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo.” 

 “Volevo posare il libro che credevo di avere tra le mani, soffiare sul lume; non avevo smesso dormendo di riandare con il pensiero a ciò che avevo letto, ma quelle riflessioni avevano preso una piega un po’ particolare; mi sembrava di essere io stesso l’oggetto di cui il libro parlava: una chiesa, un quartetto, la rivalità tra Francesco I e Carlo V.” 

“Una persona non muore subito per noi, ma resta immersa in una specie di aura di vita che non ha nulla di una reale immortalità ma che fa sì che essa continui a occupare i nostri pensieri proprio come quando era viva. È come in viaggio.” 

 “Una buona parte di quel che crediamo, ed è così anche nel trarre le conclusioni ultime, con un'ostinazione pari alla buona fede, proviene da un primo equivoco sulle premesse.” 

 “La saggezza non si riceve, bisogna scoprirla da sé dopo un percorso che nessuno può fare per noi, né può risparmiarci, perché è un modo di vedere le cose.” 

 “I sogni, beninteso, non sono realizzabili, lo sappiamo; non ne faremmo forse senza il desiderio, e invece è utile farne per vederli fallire e perché il loro fallimento ci serva d'insegnamento.” 

 “Tutte le cose più grandi che conosciamo ci sono venute dai nevrotici. Sono loro e solo loro che hanno fondato religioni e hanno creato magnifiche opere d'arte. Mai il mondo sarà conscio di quanto deve loro, e nemmeno di quanto essi abbiano sofferto per poter elargire i loro doni.” 

 “I legami fra una persona e noi esistono solamente nel pensiero. La memoria, nell'affievolirsi, li allenta; e, nonostante l'illusione di cui vorremmo essere le vittime, e con la quale, per amore, per amicizia, per cortesia, per rispetto umano, per dovere, inganniamo gli altri, noi viviamo soli. L'uomo è l'essere che non può uscire da sé, che non conosce gli altri se non in se medesimo, e che, se dice il contrario, mente.” 

 “La mia sola consolazione, quando salivo per coricarmi, era che la mamma venisse a darmi un bacio non appena fossi stato a letto.” 

 “Vivete esclusivamente con una donna, e non vedrete più nulla di ciò che ve l'ha fatta amare.” 

 “I tre quarti delle malattie delle persone intelligenti provengono dalla loro intelligenza.” 

 “Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia.” 

 “Quello che ci lega agli esseri, sono le mille radici, gli innumerevoli fili rappresentati dai ricordi della serata di ieri, dalle speranze della mattinata dell'indomani; è quella trama continua di abitudini da cui non riusciamo a svincolarci.” 

 “A quest’epoca della vita, l’amore ci ha già colpiti più volte; esso non si evolve più seguendo soltanto le sue proprie leggi sconosciute e fatali dinanzi al nostro cuore stupito e passivo. Veniamo in suo aiuto, lo falsiamo con la memoria e la suggestione. Riconoscendo uno dei suoi sintomi, ci ricordiamo e facciamo rinascere gli altri. Siccome possediamo la sua canzone, incisa per intero dentro di noi, non abbiamo bisogno che una donna ce ne suggerisca l’inizio — colmo dell’ammirazione che ispira la bellezza — per trovarne il seguito. E se lei comincia a metà — là dove i cuori si avvicinano, dove si parla di esistere soltanto l’uno per l’altra, — l’abitudine che abbiamo a questa musica ci basta per raggiungere immediatamente la nostra compagna sulla nota dove lei ci aspetta.” 

 “A volte il futuro abita in noi senza che lo sappiamo, e le nostre parole che credono di mentire disegnano una realtà prossima.” 

 “La gelosia è sovente solo un inquieto bisogno di tirannide applicato alle cose dell'amore.” 

 “Crediamo che secondo il nostro desiderio cambieremo le cose intorno a noi, lo crediamo perché, al di fuori di questa, non vediamo nessun'altra soluzione favorevole. Non pensiamo a quella che il più delle volte si verifica e che è, anch'essa, favorevole: non riusciamo a cambiare le cose secondo il nostro desiderio, ma a poco a poco il nostro desiderio cambia. La situazione che speravamo di cambiare perché ci era insopportabile, ci diventa indifferente. Non abbiamo potuto superare l'ostacolo, come volevamo assolutamente, ma la vita ce lo ha fatto aggirare, oltrepassare e a stento, allora, volgendoci verso il passato in lontananza, riusciamo a scorgerlo, tanto è diventato impercettibile.” 

 “Ogni sera, forse, mettendoci a dormire, accettiamo il rischio di vivere dolori che consideriamo come inesistenti e non avvenuti perché saranno sofferti nel corso di un sonno che crediamo senza coscienza.” 

 “Non sempre la misoginia è indizio di spirito critico e di intelligenza. Talvolta è solo frutto di omosessualità.” 

 “Si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente.” 

 “L'infinito dell'amore, o il suo egoismo, fa sì che gli esseri che amiamo siano quelli la cui fisionomia intellettuale e morale sia per noi la meno oggettivamente definita.” 

 “L'abitudine è una seconda natura che ci impedisce di conoscere la prima di cui non ha né le crudezze né gli incanti.” 

 “È nella malattia che ci rendiamo conto di non vivere soli, ma incatenati a un essere appartenente a un regno diverso, dal quale ci separano abissi, che non ci conosce e dal quale è impossibile farci capire: il nostro corpo.” 

 “La malattia è il medico più ascoltato: alla bontà, alla scienza si fanno solo promesse; alla sofferenza si obbedisce.” 

 “Forse l'immobilità delle cose intorno a noi è loro imposta dalla nostra certezza che sono esse e non altre, dall'immobilità del nostro pensiero nei loro confronti.” 

 “Swann non cercava di trovar belle le donne con le quali passava il tempo, ma di passare il tempo con le donne che aveva trovato belle fin dal primo momento.” 

 “Si è l'uomo della propria idea; ci sono assai meno idee che uomini, e così tutti gli uomini della stessa idea si somigliano.” “L'irresponsabilità aggrava le colpe e persino i crimini, checché se ne dica.”

domenica 10 agosto 2025

Apologia della storia – Marc Bloch

“Papà, allora spiegami a che serve la storia. È così che pochi anni fa un ragazzino che conosco interrogava un padre storico. Del libro che state per leggere vorrei dire che è la mia risposta, perché per un autore non c’è lode più bella che l’essere in grado di parlare con lo stesso tono ai dotti e agli scolari. Ma una semplicità così alta è il privilegio di pochi eletti.” 

“Ma la storia non è l’orologeria né l’ebanisteria. È un tentativo di conoscere sempre di più: dunque qualcosa in continuo movimento.” 

 “Cos’è successo ogni volta che l’intervento della storia è sembrato necessario? Che è apparso l’umano.” 

“Dietro i tratti sensibili del paesaggio, gli strumenti o le macchine, dietro gli scritti apparentemente più freddi e le istituzioni che sembrano più completamente distaccate da coloro che le hanno fondate, la storia vuole cogliere gli uomini. Chi non vi riesce sarà al massimo un buon erudito. Il bravo storico, invece, somiglia all’orco della leggenda. Là dove fiuta carne umana, sa che c’è la sua preda.” 

“Il proverbio arabo l’ha detto prima di noi: Gli uomini somigliano più al loro tempo che ai loro padri.” 

“L’incomprensione del presente nasce fatalmente dall’ignoranza del passato. Ma forse è altrettanto inutile mettercela tutta per capire il passato quando non si sa niente del presente.” 

“Il ruolo giocato dalle confische rivoluzionarie, come si è appena visto, è quello di una divinità non di rado benigna per chi fa la ricerca: la catastrofe. Innumerevoli municipi romani si sono trasformati in banali cittadine italiane, in cui solo con grandi sforzi l’archeologo riporta alla luce tracce dell’antichità; solo all’eruzione del Vesuvio si deve la sopravvivenza di Pompei.” 

“La storia soffre più di presbiopia che di miopia.” 

“Prima del lancio del dado, la probabilità che apparisse una faccia qualsiasi era una su sei; dopo il lancio, il problema svanisce. Potremmo esitare in un secondo momento a dire se quel giorno sia uscito il tre o il cinque. L’incertezza è in noi, nella nostra memoria o in quella dei nostri testimoni. Non è nelle cose.” 

“È da tanto tempo che dico ai miei studenti che la virtù principale dello storico è sapersi stupire. Ne sono sempre più convinto. Guai a chi di noi trova tutto naturale!” 

“Sostengo l’idea che uno storico non possa annoiarsi; perché professionalmente s’interessa allo spettacolo del mondo.” 

“La storia è prima di tutto conoscenza dei cambiamenti.” 

“Per capire un gruppo umano, la prima condizione essenziale è conoscere il suo passato.” 

“Non essendo profeti, non avevamo previsto il nazismo. Ma eravamo certi che – con sembianze di cui confessavamo di essere incapaci di tratteggiare con precisione i contorni – un giorno la reazione tedesca sarebbe arrivata, alimentata dai rancori di cui le nostre follie moltiplicavano i semi, e che il suo scatenarsi sarebbe stato terribile.” 
 
“Sulla pubblica piazza non abbiamo osato essere la voce che grida, all’inizio nel deserto, ma almeno – qualunque sia il risultato finale – può sempre riconoscersi il merito di aver urlato la propria fede. Abbiamo preferito ritirarci nella timorosa quiete dei nostri laboratori. Possano i nostri figli perdonare il sangue che è sulle nostre mani!”

martedì 5 agosto 2025

Il tempo migliore della nostra vita – Antonio Scurati

“Leone Ginzburg dice “no” l’otto gennaio del millenovecentotrentaquattro. Non ha ancora compiuto venticinque anni ma, dicendo “no”, s’incammina verso la propria fine.” 

“Mentre Ginzburg scrive il suo no al fascismo, nello studiolo risuonano frasi antiche, giunte fin lì da mondi lontani. Non intendo giurare. L’onore è un motivato rifiuto. L’onore è obbedire senza abbassarsi. L’onore è sentire la bellezza della vita.” 

“Non ebbi il coraggio, né dell’esempio, né del sacrificio.” 

“È qui che, lungamente atteso, finalmente Luigi Scurati arriva. Nasce il 19 luglio 1933, un martedì. Il venerdì precedente la Germania è stata ufficialmente dichiarata una nazione a partito unico. Il Partito nazista.” 

“La speranza nel futuro può essere, a volte, il più vigliacco degli inganni.” 

“Il 15 novembre del 1933 s’iscrive alla camera di commercio di Torino, come ditta individuale, la Giulio Einaudi editore, con sede in via Arcivescovado 7. Nasce così, con tre amici e una promessa di trecento lire, una delle più importanti imprese di cultura del Novecento.” 

“È difficile immaginare che la tua vita stia per finire finché non picchiano alla porta e il plotone di esecuzione ti trascina in strada.” 

“Ecco un’altra verità elementare con cui, al netto di tutte le sofisticherie e i ripensamenti, non smetteremo di fare i conti. La madre, la moglie, i figli. Poi si ritorna alla terra.” 

“Si ha notizia di un solo uomo che rifiuta di occupare la cattedra tolta a un collega ebreo: si chiama Massimo Bontempelli, è un poeta, un accademico d’Italia, in gioventù ha ferito Giuseppe Ungaretti in un duello ed è stato tra i fondatori del Partito fascista. Tutti gli altri, trovata la cattedra vacante, vi si accomodano.” 

“Questo il piano editoriale di Leone Ginzburg: la semplice idea secondo la quale tutto ciò che i padri, e i padri dei padri, hanno fatto di buono, di giusto e di bello non sarebbe vano perché giunge fino a noi.” 

“Soltanto la guerra ha risolto la situazione, travolgendo certi ostacoli, sgombrando il terreno da molti comodi ripari e mettendomi brutalmente a contatto con un mondo inconciliabile.” 

“Per tutta la vita Leone Ginzburg ha tenuto il suo posto di combattimento e lo ha tenuto senza mai, in tutta la vita, impugnare un’arma. L’Italia libera. Così s’intitola lo strumento di lotta al quale Leone, di nuovo in prima linea dopo l’8 settembre, di nuovo sacrifica tutto se stesso, compresa l’amatissima attività di editore.” 

“I tedeschi irrompono. In testa portano l’elmo d’acciaio a catino, attorno al petto nastri di mitragliatrici d’ottone luccicante, granate da lancio infilate nella cintura e mitragliatrici spianate. Il capoguardia urla un nome. Un unico nome. Dopo poco Leone Ginzburg è consegnato. Si avvia, gracile, tra i suoi nuovi carcerieri con il suo vestito blu strapazzato che spicca tra le pesanti uniformi verdognole.” 

“Il 4 febbraio sta male tutto il giorno. Verso sera un infermiere gli pratica un’iniezione di canfora. Leone sembra trarne giovamento. Chiede carta e penna e scrive. Scrive a Natalia, sua moglie. Poi muore durante la notte.” 

“Il senso della vita come qualcosa che può ricominciare da zero, questa l’eredità che la guerra lascia all’immensità del dopoguerra.” 

 “Io sono nato il 25 giugno 1969, a Napoli, sulla collina di Posillipo, sotto il segno del cancro, e ho avuto un’infanzia normale, una giovinezza normale, una vita normale.” 

“La vertigine si consuma. Il tempo si rimette in bolla. È quasi l’ora di pranzo. Un mezzogiorno qualunque di una tarda primavera in una città e in una nazione da ricostruire. Peppino s’incammina verso la bottega di macellaio. Lo attende la vita che gli resta da vivere.” 

“Ma era quello il tempo migliore della mia vita e solo adesso che m0è sfuggito per sempre, solo adesso lo so.”