“Il potere era tutto, e tutto era nel potere. Anche la cultura era rimasta legata al suo carro, e la massa, oltre a non avere strumenti per esprimersi non aveva nemmeno la coscienza di sè e un alfabeto con cui formarsela e manifestarla.
Ma qui occorre una breve panoramica della situazione sociale perchè fu proprio su di essa che l’esercito rivoluzionario di Napoleone, a differenza di tutti gli altri invasori che nei secoli lo avevano preceduto, agì da elemento catalizzato creando, in contrapposto al Principe, un nuovo interlocutore: la pubblica opinione. Che questa fosse più ostile che favorevole ai nuovi venuti, conta poco. Ciò che conta è ch’essi la evocarono e la chiamarono nel giuoco politico.” 
 “Ogni regione insomma aveva un suo tipo di borghesia. In Piemonte la formavano i funzionari dello Stato. A Roma i notai e gli impiegati della Curia. Nel Sud, gli avvocati.” 
 “Sotto di essi covava soltanto il solito spirito protestatario delle masse italiane, capaci di tumulti, al massimo di rivolte, ma non di rivoluzioni. Per rivoluzione, esse intendevano l’evasione fiscale” 
 “L’indomani le truppe austriache fecero il loro ingresso a Venezia, e il dolore spezzò il cuore del vecchio doge Manini che, dicono, cadde a terra fulminato.
Con un tratto di pennsa, quattordici secoli di gloria erano stati cancellati.” 
 “Il patriottismo siciliano – in qualunque forma si manifesti, separatista o autonomista – non è mai stato che questo e seguita ad esserlo anche oggi: la trincea del privilegio e l’alibi, da parte di chiunque detenga il potere, del diritto di abusarne.” 
 “La Sicilia restava praticamente qual era da secoli: una foresta pietrificata, una giungla di privilegi e monopoli, dove chi non era oppresso era oppressore, e viceversa.” 
 “Come sempre capita in italia, il padrone nuovo, regolarmente accolto come liberatore, faceva rimpiangere quello vecchio.” 
 “Ma gli uomini non contano per ciò che pensano. Contano per ciò che fanno, e che spesso è il contrario di ciò che pensano di fare.” 
 “Nacqui di famiglia nobile in una città ignobile -scrisse Leopardi. oggi questa città ignobile, Recanati, rigurgita di targhe dedicate a lui. Ne hanno messe dovunque sia passato o si sia seduto, e forse in questa postuma devozione c’è anche del rimorso: la provincia italiana prodiga sempre ai figli morti gli omaggi che gli nega da vivi.” 
 “Mazzini non si rassegnava, non si rassegnerà mai alla retorica e alla teatralità degl’Italiani. E questo fu un altro dei motivi che lo resero sempre straniero in patria.”
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Per aspera ad astra