“Tutti i genitori del mondo devono fare i conti con le idee eversive dei figli, con la loro voglia di abbattere il vecchio mondo per costruirne uno in cui sia bello vivere, in genere fanno buon viso a cattivo gioco, lasciano che la tempesta passi e, non appena gli anni ribelli sono alle spalle, la vita riprende il suo corso: è quello che fanno tutti i genitori, no?”
“Dove scappare quando si hanno diciassette anni? Non saremmo andati molto lontano.”
“
Eppure, esito a condannarlo senza riserve: che vita sarebbe stata la mia se fossi nato nel 1910 a San Pietroburgo e avessi visto nascere e crescere la più grande rivoluzione della storia dell’umanità, una speranza incredibile di giustizia sociale? Ci avrei sicuramente creduto, come milioni di russi.”
“Chiudiamo le nostre emozioni e i nostri stati d’animo come beni preziosi nella cassaforte della nostra buona educazione, tenendo a distanza dai nostri sentimenti coloro che amiamo, e questa delicatezza alla fine ci allontana gli uni dagli altri. Si serbano i propri segreti, non ci si sbottona, si coltiva la discrezione come una religione, e si condivide istintivamente l’idea di Brassens secondo il quale mostrare il cuore o il culo è la stessa cosa.”
“Credere non basta, bisogna voler credere.”
“Abbiamo visto Gioventù bruciata, e per due ore sono rimasto ipnotizzato come non avrei mai immaginato che mi potesse succedere, da scordare che ero seduto in un cinema a guardare un film.”
“Non bisogna mai prestare i libri. Mai. Per nessun motivo. Soprattutto quelli cui si tiene, perché non li rivedremo più: il tasso di restituzioni è inversamente proporzionale alla qualità del romanzo. Per lo più, gli amici finiscono col pensare di averli letti, dimenticano che non erano di loro proprietà e li regalano a qualche loro amico.”
“Siamo incapaci di comunicare pacificamente, di superare le nostre vecchie ferite, arriva un momento in cui bisogna squarciare, schiacciare l’altro, sopravvivere, vincere.”
“Nessuno è al riparo da un incidente, dalla sfortuna o da un gesto inconsulto, nessuno può giurare che questa sera stessa non dormirà in prigione.
O in un manicomio.”
“Non c’è mai una sola causa all’origine di un male.”
“Per me, leggere è l’incarnazione della vita, come mangiare o respirare, semplicemente indispensabile all’esistenza…”
“Daniel spiegò che era il momento della ripresa dell’attività giudiziaria, i magistrati erano di cattivo umore, dovevano rimettersi al lavoro, occuparsi dei casi dei colleghi malati, meglio non disturbarli se non si voleva irritarli.”
“Quanti libri hai letto e quanti ne leggerai prima che Dio ti chiami a sé?”
“Più leggo, più mi dispero per tutto quello che non leggerò.”
“Procedevamo su strade diverse e incompatibili. Era un sentimento diffuso, un rifiuto di quella modernità che avevamo davanti agli occhi, il concetto di società dei consumi non era ancora stato inventato ma ci mancava poco, ci stavamo avviando con gioia e diletto verso il grande bazar dell’accumulo, i supermercati si accingevano a diventare i nuovi templi in cui si sarebbero riuniti i fedeli del credo consumistico.”
“Perché siamo così incerti circa il nostro avvenire, sapendo benissimo ciò che non si vuol fare ma mai ciò che si vuol fare della propria vita?”
“I vincitori non sono mai generosi, hanno talmente sofferto prima di prevalere, hanno avuto talmente tanta paura di perdere, che devono farla pagare ai vinti e vendicare i loro morti nel sangue. Occhio per occhio. Non esiste perdono, c’è soltanto un accumulo di odio che si trasforma in pulsioni che nessuno controlla, l’animalità fa parte dell’umanità, è orribile, è esecrabile, ma è nella nostra natura, il mondo va avanti soltanto con la violenza. Non esiste rivoluzione pacifica. Siamo orripilati perché le vittime sono dei nostri, e il peggio è che sono stati uccisi proprio quei francesi che volevano rimanere nella nuova Algeria e che la sostenevano. Non c’è alcuna logica, alcuna ragionevolezza, è assurdo, ma bisogna andare avanti. Con il bene e con il male. Non c’è nient’altro da fare. Andare avanti. Domani, si ricostruirà sulle macerie e sui cimiteri.”
“…non si può applicare sempre una morale di ferro ai propri amici, se si è intransigenti li si perde tutti, bisogna concedere loro il beneficio del dubbio, è preferibile avere amici un po’ ballerini che non averne affatto. E poi hanno vite da cani, non potevano far niente di più. Su, noi non siamo migliori di loro.”
“Io ho preso la Leica M e ho fatto fotografie dell’Etna azzurrino che appariva in lontananza col suo pennacchio di fumo grigio…”
“…nessuno legge più i maestri, uno spinge avanti i pedoni e crede di giocare bene perché ha battuto dei cattivi giocatori.”
“La donna è la prima colonia dell’uomo.”
“…ci sei tu, fotografo, e la fotografia che scatti, oggetto finito e soggetto sognato a un tempo, ma non siete niente se non interviene un terzo incomodo che si chiama spettatore ed è colui che guarderà la foto. Hai capito? Una foto esiste soltanto se viene vista.”
“Viene sempre un momento in cui l’individuo finisce col desistere, in cui accetta di rinunciare alla vita, che ha partire da quell’istante non ha più il minimo valore, in cui molla tutto e s’infischia di morire. Dopo undici giorni di interrogatori brutali, Igor aveva appena raggiunto quel limite.”
“La sola cosa che conta è ciò che si vive nel presente e ciò che si vivrà domani con le persone che si amano.”
“Terra promessa. E’ qualcosa nell’ordine della fede, del sogno, non potrete mai impedire a un uomo di pensare che altrove la vita sarà migliore e di predisporsi ad affrontare qualsiasi rischio per accedervi. Costi quel che costi. E’ quello che si chiama speranza.”
“Nessuno sceglie la propria vita.”
“Sapeva di essere potente, credette di essere intoccabile.”
“Paul chiuse gli occhi. La Terra promessa… dove si trova? La si sogna, ma è un miraggio, il nome che si dà alle nostre illusioni, nessuno vi accede mai.”
“Dio è il nome che diamo al nostro dolore.”
“Ho cercato qualcosa d’impossibile. Una stella che non esiste. Volevo che i nostri sogni diventassero realtà. Non ha funzionato. Non si può cambiare il mondo…”
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Per aspera ad astra