“Nel 1922 un giudice condannò Adolf Hitler a tre mesi di carcere per turbativa dell’ordine pubblico, un ricercatore inglese scoprì la tomba di Tutankhamon, James Joyce pubblicò l’Ulisse, Iosif Stalin venne eletto segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica, e io venni al mondo.”
“In soffitta ho imparato a riconoscere dall’odore il rosso di cadmio e il giallo Napoli e cosa si prova a venire picchiati con una bacchetta di rattan intrecciata.”
“La paura, dovevo ancora conoscerla.”
“La colpa non esiste – rispose lui.”
“Quella sera mio padre mi mandò a chiamare. Quando era a casa se ne stava per lo più seduto in biblioteca. Leggeva volentieri e a lungo, romanzi russi, filosofia orientale, haiku.”
“Il silenzio divenne il mio modo di piangere.”
“La verità. Hai detto che bisogna sempre dire la verità. Ma sulla mamma, menti.”
“La verità, figliolo, è come l’ibisco. Un giorno lo capirai.”
“In estate avevo sentito i garzoni di stalla parlare dei locali notturni segreti a Berlino, di prostituti di strada, di cocaina, di una fontana d’avorio in un Grand Hotel e di una ragazza nera che cantava su una carrozza trainata da uno struzzo.”
“Berlino sapeva di carbone, di sapone di resina, di gasogeni trasportabili, di cera per pavimenti e di barbabietole cotte.”
“Da lontano i tedeschi mi erano sembrati grandi, da vicino erano piccoli come me. Grande era solo la scenografia, le bandiere soprattutto. Le bandiere tedesche erano gigantesche.”
“Mostrami come un uomo tratta gli animali, e ti dirò se ha il cuore al posto giusto – disse.”
“Altri vedono il buio. Io vedo la bellezza.”
“Quando penso a quel giorno, la prima cosa che mi viene in mente è la luce. La luce di Berlino è spesso terza e fredda. Solo per pochi giorni, all’inizio della primavera, splende come in quel giorno. Ma probabilmente è così che voglio ricordarla.”
“Non ero in grado di opporre alcuna resistenza a quella donna. Respirava forte e mi teneva la mano. Era calda e morbida.”
“Come ho potuto essere così ingenuo?
Ma non è forse una domanda che ci si pone sempre, quando si guarda al passato?”
“Pensavo a quanto sarebbe stato bello se fossimo state le uniche persone al mondo.”
“Ce la faremo. L’aveva detto mio padre. Ogni giorno in Germania mi ero attenuto a quelle parole e mi comportavo come se potessi convivere con quanto, in quel paese, accadeva agli ebrei. Avevo sopportato le bandiere con la svastica, avevo sopportato che mi salutassero con il braccio destro teso urlandomi addosso. In quel momento mi resi conto che era sbagliato.”
“Stella andò al banco, ordinò due Berliner Kindl. Stavamo tutti stretti e bevemmo in silenzio. La birra sapeva di detersivo per piatti. Era birra del tempo di guerra, a bassa gradazione alcolica.”
“Facciamo quello che facciamo perché non possiamo fare diversamente.”
“Quella donna recitava così tanti ruoli, la modella nuda, la cantante con la voce sottile, la bellezza quando era distesa nella vasca da bagno, la penitente, la bugiarda, la vittima e la colpevole. Stella Goldshlag, la donna predatrice, la mia donna.
Non so se sia sbagliato tradire una persona per salvarne un’altra.
Non so se sia giusto tradire una persona per salvarne un’altra.”
“Eravamo soli al mondo.”
“Non sapevo che cosa sarebbe rimasto di quella donna una volta che fossero cadute tutte le menzogne.”
“Finalmente capii. C’è un momento, in ogni amore, in cui è troppo tardi per le risposte.”
“Alla fine della mia vita avrei voluto misurare la mia felicità non dall’amore che avevo ricevuto, ma da quello che ero riuscito a dare. Avrei potuto tentare di dimenticarla. La vita ci rende bugiardi.”
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Per aspera ad astra