domenica 20 luglio 2025

La generazione ansiosa – Jonathan Haidt

“Immaginate che quando la vostra primogenita compia dieci anni, un miliardario visionario che non avete mai visto prima la selezioni per il popolamento del primo insediamento umano permanente su Marte.” 

“Nessuna azienda al mondo ci porterebbe via i figli e li metterebbe in pericolo senza il nostro consenso, con il rischio di esporsi a pesanti responsabilità. Sbaglio?” 

“Molti genitori constatarono con sollievo che uno smartphone o un tablet potevano tenere impegnati e tranquilli i bambini per ore. Era sicuro? Non si sapeva, ma siccome lo facevano tutti, si supponeva di sì.” 

“Progettando un flusso di contenuti accattivanti che penetrano negli occhi e nelle orecchie dei bambini e sostituendo il gioco fisico e la socializzazione dal vivo, questa aziende hanno riconfigurato l’infanzia e alterato lo sviluppo umano su scala quasi inconcepibile.” 

“Lasciamo crescere i bambini sulla Terra, prima di spedirli su Marte.” 

“La Generazione Z è diventata la prima della storia ad attraversare la pubertà con in tasca un portale che la distoglieva dalle persone vicine e la attirava verso un universo alternativo esaltante, instabile, che creava dipendenza e, come dimostrerò, non era adatto a bambini e adolescenti. Ottenere il successo sociale in quell’universo richiedeva ai ragazzi di dedicare gran parte delle energie, continuamente, alla gestione del proprio brand online. Era necessario per ottenere l’approvazione dei coetanei, che è l’ossigeno dell’adolescenza, e per evitare lo shaming online, l’incubo dell’adolescenza.” 

“La tesi centrale di questo libro è che queste due tendenze – iperprotezione nel mondo reale e scarsa protezione nel mondo virtuale – sono le principali ragioni per cui i bambini nati dopo il 1995 sono diventati una generazione ansiosa.” 

“La generazione ansiosa è un libro su come riappropriarsi della vita dell’uomo per gli esseri umani di ogni generazione.” 

“Gran parte dei genitori non vuole che i figli abbiano un’infanzia fondata sul telefono, ma in un certo senso il mondo si è riconfigurato e i genitori che si oppongono condannano i figli all’isolamento sociale.” 

“Le persone non cadono in depressione quando affrontano un pericolo: cadono in depressione quando si sentono isolate, sole o impotenti.” 

“Quando nei primi anni Dieci del Duemila abbiamo dato gli smartphone alla Gen Z è stato un po’ come se l’avessimo spedita su Marte, nel più grosso e incontrollato esperimento che l’umanità abbia mai condotto sui propri bambini.” 

“Giocare è il lavoro dell’infanzia, e tutti i giovani mammiferi hanno il medesimo compito: configurare il cervello giocando spesso e con energia.” 

“È nel gioco autonomo, senza supervisione, che i bambini imparano a sopportare i lividi, gestire le emozioni, interpretare gli stati d’animo dei coetanei, fare a turno, risolvere conflitti e giocare con correttezza.” 

“È da tempo che gli smartphone sono particolarmente efficaci nell’interferire con il legame genitore-figlio. Bombardati da costanti notifiche e interruzioni, alcuni genitori si occupano più dello smartphone che dei figli, anche quando ci stanno giocando.” 

“Qualsiasi bambino che trascorra il periodo sensibile utilizzando massicciamente i social network verrà plasmato dalle culture di quei siti.” 

“L’infanzia è un apprendistato per acquisire le competenze necessarie al successo nella propria cultura.” 

“Stiamo iperproteggendo i nostri figli nel mondo reale mentre non li proteggiamo abbastanza online. Se davvero vogliamo tenere al sicuro i bambini, dovremmo ritardare il loro ingresso nel mondo virtuale e mandarli invece a giocare nel mondo reale. Il gioco all’aperto senza supervisione insegna ai bambini come gestire rischi e difficoltà di vario tipo.” 

“Tenete in mente questa frase quando vedete qualcuno (voi inclusi) eseguire movimenti ripetitivi su un touch screen, quasi in trance: spianare un percorso nel cervello.” 

“Gli smartphone catturano la nostra attenzione con una tale efficacia che, al solo avvertire la vibrazione in tasca per un decimo di secondo, molti di noi interrompono una conversazione a tu per tu, per controllare che non si tratti di qualche importante aggiornamento. Di solito, non chiediamo all’altra persona di aspettare, ci limitiamo a tirare fuori il telefono e a dare un’occhiata, lasciando nell’altro la ragionevole sensazione di essere meno importante dell’ultima notifica.” 

 “Quando abbiamo concesso gli smartphone a bambini e adolescenti nei primi anni Dieci, abbiamo dato alle aziende la possibilità di applicare programmi di rinforzo a rapporto variabile tutto il giorno, di addestrarli come ratti negli anni più sensibili della configurazione del cervello. Queste aziende hanno sviluppato app che creano dipendenza e che hanno inciso profondissimi percorsi nel cervello dei nostri figli.” 

“È questo il grande paradosso dei social: più ti ci immergi, più diventi solo e depresso.” 

“La vita fondata sul telefono produce degrado spirituale, non solo negli adolescenti, ma in tutti noi.” 

“La vita fondata sul telefono rende difficile alle persone essere pienamente presenti quando sono con gli altri e stare con se stesse in silenzio quando sono da sole.” 

“C’è un vuoto in tutti noi che ci sforziamo di riempire. Se non verrà riempito con qualcosa di nobile ed elevato, la società moderna si affretterà a pomparci dentro una montagna di spazzatura.” 

“I progettisti hanno capito ormai da tempo che ridurre la frizione o lo sforzo aumenta il tempo trascorso, perciò caratteristiche come la riproduzione automatica e lo scroll infinito incoraggiano la fruizione di contenuto in automatico, come se fossimo zombie.” 

“Sono queste le due balene: bandire i telefoni e offrire molto più gioco libero non strutturato. Una scuola senza telefoni e con tanto gioco sta investendo nella prevenzione. Sta riducendo l’iperprotezione nel mondo reale, cosa che aiuta i bambini a coltivare l’antifragilità. Al contempo, allenta la presa nel mondo virtuale, favorendo pertanto apprendimento e relazioni migliori nel mondo reale.” 

“Secondo Gopnik, per crescere un figlio è meglio usare l’approccio mentale di un giardiniere. Il vostro compito è creare uno spazio protetto e ricco di nutrimento in grado di fare crescere le piante. Ci vuole impegno ma non è necessario essere dei perfezionisti. Strappate le erbacce, innaffiate il giardino, poi fate un passo indietro e le piante faranno la loro parte, in maniera.” 

“Non dovete rendere ogni secondo speciale o educativo. È una relazione, non una lezione. Ma ciò che fate conta molto di più di ciò che dite, perciò tenete sotto controllo le vostre abitudini con il telefono. Siate un buon modello di comportamento che non divide continuamente la sua attenzione tra il cellulare e il bambino.” 

“Allenatevi a perdere di vista i vostri figli senza che abbiano modo di contattarvi.” 

“Il campo estivo è una grande opportunità per genitori e figli di perdere l’abitudine al contatto costante e, soprattutto per i genitori, alla costante rassicurazione che i loro figli stiano bene.” 

“Posticipate a sedici anni la creazione di account social.” 

“Alla fine, dovrete lasciarli andare online. Ma se riuscite a mantenere più bassa la quantità di tempo online e più alta la qualità in questo lungo periodo dell’infanzia e della prima adolescenza (sei-tredici anni), farete spazio a un maggior coinvolgimento con il mondo reale e guadagnerete tempo perché il cervello dei vostri figli sviluppi un migliore autocontrollo e un’attenzione meno frammentata.” 

 “1. Niente smartphone prima della scuola superiore. 2. Niente social media prima dei sedici anni. 3. Scuole senza telefono. 4. Molto più gioco senza supervisione e indipendenza nell’infanzia.” “Qui, la lezione più importante è parlare. Se pensate che l’infanzia basata sul telefono sia negativa per i bambini e volete vederli tornare a un’infanzia basata sul gioco, ditelo. Molte persone condividono i vostri sospetti ma non sanno bene cosa fare.” 

“La Grande Riconfigurazione dell’Infanzia, da basata sul gioco a basata sul telefono, è stata un fallimento di proporzioni catastrofiche. È tempo di mettere fine all’esperimento. Riportiamo a casa i nostri figli.

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