domenica 30 marzo 2025

La vita bugiarda degli adulti – Elena Ferrante

“Due anni prima di andarsene di casa mio padre disse a mia madre che ero molto brutta. La frase fu pronunciata sottovoce, nell’appartamento che, appena sposati, i miei genitori avevano acquistato al Rione Alto, in cima a San Giacomo dei Capti. Tutto – gli spazi di Napoli, la luce blu di un febbraio gelido, quelle parole – è rimasto fermo. Io invece sono scivolata via e continuo a scivolare anche adesso, dentro queste righe che vogliono darmi una storia mentre in effetti non sono niente, niente di mio, niente che sia davvero cominciato o sia davvero arrivato a compimento: solo un garbuglio che nessuno, nemmeno chi in questo momento sta scrivendo, sa se contiene il filo giusto di un racconto o è soltanto un dolore arruffato, senza redenzione.” 

 “Ma a volte, poiché mia madre aveva da fare e si chiudeva anche lei nella sua stanza, io restavo sola in corridoio a giocare o a leggere, soprattutto a leggere, direi, perché mio padre leggeva moltissimo, mia madre pure, e io amavo essere come loro.” 

 “Lei era uno spauracchio dell’infanzia, era una sagoma secca e spiritata, era una figura arruffata in agguato negli angoli delle case quando cala il buio.” 

 “Provavo un dolore che non voleva cessare e nemmeno attenuarsi.”

 “Avevano provato da sempre un tale piacere a occuparsi l’una dell’altro, che la decisione di fare un figlio era arrivata relativamente tardi, visto che si erano sposati giovanissimi. Io ero nata quando mia madre aveva trent’anni e mio padre poco più di trentadue. Ero stata concepita tra mille ansie, espresse dall’una ad alta voce, dall’altro tra sé e sé. La gravidanza era stata difficile, il parto – 3 giugno 1979 – un tormento infinito, i miei primi due anni di vita la dimostrazione pratica che, dal momento in cui ero venuta al mondo, la loro vita si era complicata.” 

 “Avrei dovuto avere una vita felice e invece stava cominciando un periodo infelice, senza mai la gioia di sentirmi come si erano sentiti e si sentivano loro.”

 “Ma obbligarmi alla serenità non funzionò, la testa all’improvviso si appannava e quell’ossessione ricominciava.” 

 “…ma l’infanzia di tuo padre, l’adolescenza, la giovinezza, quelle per lui sono state veramente durissime, perché non aveva niente di niente, ha dovuto scalare una montagna a mani e piedi nudi, e non è finita, non finisce mai, c’è sempre qualche tempesta che ti butta giù, punto e a capo.” 

 “Nessuno deve farsi i fatti suoi, se una persona è nei guai.” 

 “Mi sentii euforica come se l’eventualità del male – quello che lui e mia madre nel loro gergo di coppia sostenevano di chiamare Vittoria – mi desse un’effervescenza inattesa.” 

 “Io sono nato e cresciuto in questa zona qui – disse con un gesto ampio che abbracciava oltre il parabrezza muri di tufo, palazzine grigie, gialle e rosa, stradoni desolati anche nel giorno di festa -, la mia famiglia non aveva nemmeno gli occhi per piangere.” 

 “Imparai sempre più a mentire ai miei genitori. In principio non dicevo vere e proprie bugie ma poiché non avevo la forza di oppormi al loro mondo sempre ben connesso, fingevo di accoglierlo e intanto mi ritagliavo una stradina da abbandonare in fretta se solo si rabbuiavano.” 

 “Fai bene ad avere paura. La paura bisogna avercela anche quando non c’è bisogno, ti tiene sveglia.” 

 “Il legame con gli spazi noti, con gli affetti sicuri, cedette alla curiosità per ciò che mi sarebbe accaduto.” 

 “…tutte le persone superbe, Giannì, tutte quelle che pensano di essere chissà chi, fanno finta che la morte non esiste.” 

 “A casa mia era un obbligo nascondere i sentimenti, non farlo pareva cattiva educazione.” 

 “Mi disse all’orecchio, ancora una volta: guardali bene, i tuoi genitori, se no non ti salvi.” 

 “Tutto ciò che appurai su mio padre fu un suo insospettato attaccamento al denaro. Captai più volte che lui, a bassa voce ma in modo incalzante, accusava mia madre di spendere troppo e in cose inutili.” 

 “Fottiti allora, borbottò, le cose brutte che non dici a nessuno diventano cani che ti mangiano la testa di notte mentre dormi.” 

 “Non riuscivo più a essere innocente, dietro i pensieri c’erano altri pensieri, l”infanzia era finita.” 

 “In quella fase la menzogna e la preghiera entrarono stabilmente nella mia vita quotidiana e mi aiutarono di nuovo molto. Le bugie le raccontai per lo più a me stessa. Ero infelice e mi fingevo fin troppo allegra a scuola e in casa.” 

 “Cosa succedeva, insomma, nel mondo degli adulti, nella testa di persone ragionevolissime, nei loro corpi carichi di sapere? Cosa li riduceva ad animali tra i più inaffidabili, peggio dei rettili?” 

 “Cercavo significati per aggirare quell’impressione di scarsa intelligenza in persone che ne avevano tanta.” 

 “Fui preso dalla luce che irraggiava dal mare e dallo splendore del giardino: quanta Napoli si vedeva, quanto cielo, quanto Vesuvio.” 

 “Fui contenta. Quell’esiliarsi delle due sorelle nella loro stessa casa, quel recidere i legami di sangue proprio come avrei voluto reciderli io, mi piacque, e mi piacque anche la loro sboccatezza.” 

 “Mi sentivo una cattiveria dentro che esigeva a tutti i costi di manifestarsi, ce l’ho sicuramente negli occhi e in tutta la faccia, pensai allarmata da me stessa.” 

 “Mi stava crescendo dentro, ormai, un violentissimo bisogno di degradazione – una degradazione impavida, però, una smania di sentirmi eroicamente turpe…” 

 “E intanto il tempo scivolò via, prima giorni di torvo scontento, poi di riflessione accanita. Cominciai a pensare a lui come al profilo di una montagna molto distante, una sostanza azzurrina trattenuta da linee marcate.”

 “Mi dicevano tutti che avrei capito da grande.” 

 “L’amore è opaco come i vetri delle finestre dei cessi.” 

 “Leggere non basta – disse – testi così si studiano. Gli si accesero gli occhi, nel pronunciare quella frase. La sua vera condizione esistenziale si svelava appena poteva occuparsi di libri, di idee, di questioni elevate.” 

 “Andammo a sederci su una gradinata bianca, di fronte a una Napoli splendida che sembrava sotto una cupola trasparente, fuori il cielo azzurro e dentro vapori come se tutte le pietre della città stessero respirando.” 

 “Il tempo della mia adolescenza è lento, fatto di grandi blocchi grigi e improvvise gibbosità di colore verde o rosso o viola. I blocchi non hanno ore, giorni, mesi, anni, e le stagioni sono incerte, fa caldo e freddo, piove e c’è il sole.” 

 “Quanto alla faccia, si, non aveva nessuna armonia, proprio come quella di Vittoria. Ma l’errore era stato farne una tragedia. Bastava guardare anche solo per un attimo chi aveva il privilegio di una bella faccia fine e si scopriva che nascondeva inferni non diversi da quelli espressi da facce brutte e grezze. Lo splendore di un viso, arricchito tra l’altro dalla gentilezza, covava e prometteva dolore ancor più di un volto opaco.”

 “Mi comportai così sicuramente per sentirmi libera da tutti i vecchi vincoli, per chiarire che non m’importava più del giudizio di parenti e amici, dei loro valori, del loro volermi coerente con ciò che si immaginavano di essere.” 

 “I maschi, bene o non bene, basta che li sfiori, e vogliono fottere.” 

 “Tenne fino in fondo un tono basso, pur pronunciando a volte frasi solenni come – non ci si salva da soli.” 

 “Hai dentro qualcosa che è solo tuo e ti basta.” 

 “Vittoria non soffre, Giannì, Vittoria fa soffrire. Per me questo braccialetto è un segno permanente di tempi brutti e di dolore. Mi fa stare in ansia, porta disgrazia.” 

 “Com’è bello viaggiare, com’è bello conoscere una persona che sa tutto, ed è straordinaria per intelligenza e bellezza e bontà, e ti spiega il valore di ciò che da sola non sapresti mai apprezzare.”

 “…aveva il dono di mostrare agli altri più di quanto fossero in grado di vedere.” 

 “All’ingiustizia – lui disse – bisogna dare una risposta ferma, cocciuta: tu fai questo al tuo prossimo e io ti dico che non lo devi fare e se tu continui a farlo io continuo a oppormi, e se mi schiacci con la tua forza io mi rialzo, o se non riesco più a rialzarmi, altri si rialzeranno, e altri ancora.” 

 “L’approssimarsi a loro non mitigava la mia condizione infelice ma mi trasformava nel pubblico della loro felicità.” 

 “Sono stanca di essere esposta alle parole altrui. Ho bisogno di sapere cosa davvero sono e quale persona posso diventare, aiutami.” 

 “Sono tuttora incuriosita da come il nostro cervello elabori strategie e le attui senza svelarsele. Dire che si tratta di azioni inconsapevoli mi sembra approssimativo, forse persino ipocrita.” 

 “Erano versi di poesie, parole di romanzi, le avevo lette in libri che mi erano piaciuti, le avevo trascritte nel miei quaderni.” 

 “La bellezza che Roberto mi aveva riconosciuto assomigliava troppo a quella di chi fa male alla gente.” 

 “Quando nel bagno si infilò lui, sganciai il braccialetto e lo deposi per terra, accanto al letto, come un regalo della malasorte. Mi riportò sotto casa, lui scontento, io allegra. Il giorno seguente partii per Venezia insieme a Ida. In treno ci ripromettemmo di diventare adulte come a nessuna era mai successo.”

giovedì 27 marzo 2025

Diario di un’invasione – Andrei Kurkov

“Il 24 febbraio 2002 non ho scritto quasi niente. Svegliato dal rimbombo delle esplosioni dei razzi russi a Kiev, sono rimasto piantato davanti alla finestra del mio appartamento per circa un’ora a osservare la strada deserta, consapevole che la guerra era cominciata, ma ancora incapace di accettare questa nuova realtà.”

 “I bravi giocatori vedono la partita con molto mosse in anticipo.” 

 “Non so perché, ma ho l’impressione che questi due punti caldi sul planisfero – l’Ucraina e Taiwan – siano collegati. In entrambi i territori i padroni di un tempo stanno avanzando diritti sui paesi indipendenti che controllavano in passato. In entrambi i casi, gli USA stanno dalla parte dei Paesi indipendenti.” 

 “Non c’è niente al mondo peggio della guerra. Perfino la pandemia di coronavirus ora sembra qualcosa di ordinario e comprensibile. La guerra non può mai essere capita o accettata.” 

 “Se prima dell’aggressione russa la situazione cambiava ogni giorno, adesso cambia ogni ora. Ma io resto e continuerò a scrivere per voi, affinché sappiate come vive l’Ucraina durante la guerra con la Russia di Putin.” 

 “Il 24 febbraio 2022 si sono abbattuti su Kiev i primi missili russi. Alle cinque di mattina io e mia moglie siamo stati svegliati dal rimbombo delle esplosioni.” 

 “E’ stato molto difficile credere che la guerra era cominciata. Cioè, era già evidente che lo fosse, ma io non volevo crederci. Devi abituarti psicologicamente all’idea che è iniziata. Perché da quel momento in poi, la guerra determina il tuo modo di vivere, il tuo modo di pensare, il tuo modo di prendere le decisioni.” “Quanto è lunga l’ombra del passato? Come funziona la memoria?” 

 “Accadde così che, dopo la morte di mio nonno, grazie a mio fratello maggiore mi procurai il libro proibito di Solzenicyn Arcipelago Gulag. Lo divorai, sapendo che due dei miei parenti erano stati spediti proprio in quel Gulag.” 

 “Il mondo intero deve aiutare l’Ucraina subito altrimenti questa guerra si spargerà sempre di più in Europa.”

 “Lo shock di fronte alle azioni del nostro vicino orientale è la prova dell’impreparazione dei popoli moderni a orrori che non hanno un posto nella vita contemporanea.” 

 “Negli ultimi giorni mi sembra che ogni Paese europeo abbia assunto un volto umano. Vorrei ringraziare tutti i Paesi che hanno manifestato la loro disponibilità ad accogliere i rifugiati ucraini. La solidarietà europea e mondiale esiste. E’ un bel pensiero della buonanotte.” 

 “La scomparsa della paura è uno strano sintomo del tempo di guerra. Si instilla l’indifferenza al tuo stesso destino e semplicemente decidi che sarà quel che sarà.” 

 “A ogni modo, non mi illudo di una vittoria facile e veloce. E nemmeno di una vittoria. Ma non penso neppure alla sconfitta. A Putin non importa dei cittadini della Russia. Ne manderebbe a morire milioni per soddisfare il suo ultimo sogno. Non prova rimorso per l’economia russa, che le sanzioni stanno distruggendo. In questa guerra andrà fino in fondo.” 

 “C’è rabbia di fronte alla distruzione di speranze e progetti, e c’è odio nei confronti di quelli che ci hanno riversato addosso questa distruzione.” 

 “L’Ovest è sempre stato il luogo della salvezza per chi fuggiva dall’Est. Ora l’invasione delle orde russe sta spingendo ancora una volta gli ucraini all’Ovest. Ma i profughi continuano a guardarsi indietro, fisicamente o emotivamente. Vogliono tornare a casa, anche se le loro case non ci sono più.” 

 “L’Ucraina ha una storia e una cultura proprie, per cui ha sempre pagato caro. Resisterà fino alla fine.” 

”Quando la guerra si avvicina a casa tua, ti resta un’alternativa: evacuare o accettare l’occupazione.” 

 “La guerra è come un tornado. Puoi vederlo da lontano, ma non puoi prevedere dove andrà tanto facilmente.” 

 “Il 24 febbraio 2022, tutti i cittadini dell’Ucraina hanno scoperto che la loro vita era stata brutalmente tagliata in due, nel periodo “prima della guerra” e in quello “durante la guerra”. Certo, tutti speriamo che ce ne sarà anche uno “dopo la guerra”. 

 “L’esito della guerra dipende da quanta dell’assistenza promessa dagli alleati dell’Ucraina verrà effettivamente fornita.” 

 “Ma l’Ucraina non scomparirà, né dai manuali di storia, né dalle carte geografiche, né dalla geopolitica europea e mondiale. L’Ucraina sopravviverà perché, tra le altre cose, centinaia di migliaia di ucraini stanno combattendo per essa, perché centinaia di milioni di persone in tutto il mondo stanno facendo il tifo e si stanno preoccupando per essa.” 

 “Comunque, in ogni caso, il mio diario continuerà a seguire la lotta dell’Ucraina per la libertà e la ricostruzione. Spero, a tempo debito, di poterlo condividere con voi.”