mercoledì 12 novembre 2025

Verrà l’alba, starai bene – Gianluca Gotto

“Posso farti una domanda che non c’entra assolutamente nulla? – chiese lui. Vai -. Pensi mai a come sarai da anziana?” 

 “Quando tornava in quell’appartamento freddo, silenzioso e vuoto, si sentiva completamente abbandonata a se stessa.” 

 “Dio punisce gli uomini realizzando i loro desideri.” 

 “Ma quando decidi di cambiare, anche solo il tuo modo di vestire, la prima domanda che devi porti è: chi vuoi essere?” 

 “Non aveva imparato molto dal suo dolore, perché aveva cercato di evitarlo il più ,possibile. Ma una cosa la sapeva: a volte, piangere è l’unico modo per addormentarsi.” 

 “Era una donna adulta di successo, ma ancora crollava sotto al senso di colpa che le inculcava sua madre.” 

 “Ricordatevi che è importante avere pazienza nella vita. Se l’unica acqua che hai a disposizione è sporca, non importa quanta sete hai: è meglio aspettare. È doloroso patire la sete, ma non dura in eterno, la vita ti propone sempre nuove sorgenti, nuove opportunità, mi spiego? Se invece bevi acqua contaminata, al momento ti senti dissetato, ma poi ne paghi le conseguenze.” 

 “Alza la testa. Non sei solo. Guardati intorno.”

 “Questo è ciò che il Buddha chiama karuna: compassione. Se vuoi guarire, la guarigione non può riguardare solo te. Non può. Deve essere estesa anche ad altri esseri viventi. Persone, animali, piante. L’importante è che non ti chiudi dentro te stesso. Ecco come sono andato avanti.” 

 “Sangha significa che bisogna restare uniti. Restare umani. Riconoscere il dolore degli altri e reagire con amore.” 

 “Prima di tutto, karuma. Compassione. Riconosci che tutti soffrono. Non sei sola nel tuo dolore. C’è tanta gente, nel mondo, che può capire come stai. Questa è sangha, la comunità. Infine, karma: se vuoi stare bene, fai del bene.” 

 “Tutte le persone che ami sono dei compagni di viaggio, doni che la vita che ti fa. A un certo punto, senza chiederti il permesso, senza avvisarti, se li riprende. Come fa con tutto. Come farà anche con me, un giorno. E con te.”

 “Ma a cosa serve sentirsi in colpa o essere sempre arrabbiati? In che modo la tua sofferenza cambia le cose, oppure rende il mondo un posto migliore?”

 “Vincendo, ti fai un nemico e chi ha perso si dispera e soffre. Se invece non competi, dormi felice: vittoria e sconfitta non ti riguardano più. È una frase del Buddha.”

 “La competizione alimenta tutti e tre i veleni dell’uomo: il desiderio, la rabbia e l’ignoranza. Il vero saggio, nella vita, non è chi vuole vincere a tutti i costi, ma chi cerca il più possibile di evitare il conflitto. Non è chi domina gli altri, ma chi sa controllare se stesso.” 

 “Quando l’equilibrio è presente, ci sentiamo bene: nel corpo, nella mente, nell’anima. Non solo non proviamo dolore, ma siamo anche di buon umore. Quando l’equilibrio si rompe emergono disturbi, malesseri, infelicità.” 

 “Porta la calma nel tuo modo di nutrirti e porterai calma anche nella tua mente.” 

 “Non ci si può lasciare amare se si ha troppa paura di essere feriti.” 

 “Ricordati che il tuo corpo esprime esteriormente quello che tu reprimi interiormente.” 

 “Era stanca, e non solo nel corpo: era stanca di portarsi dentro tutto, di fingere di stare bene. Era stanca di soffrire.” 

 “C’è solo da accettare le cose per ciò che sono, senza pretendere che siano sempre perfette. Allora, la pace che cerchi emergerà naturalmente dentro di te, senza alcuna fatica.”

 “Fu a quel punto che un pensiero nuovo, ma accarezzato prima, le attraversò la mente. E se la vita, quella vera, quella che si meritava di vivere, non fosse ancora iniziata?”

 “Per scegliere di guarire, bisogna prima imparare a volersi bene.” 

 “Piano piano, le cose miglioreranno. A un certo punto vedrai una flebile luce. Ritroverai fiducia e leggerezza. Finché, un giorno, questa lunga notte dell’anima l’avrai attraversata tutta. Verrà l’alba. E starai bene.”

venerdì 7 novembre 2025

Stella – Takis Wurger

“Papà aveva torto. La colpa esiste.” 

 “Nel 1922 un giudice condannò Adolf Hitler a tre mesi di carcere per turbativa dell’ordine pubblico, un ricercatore inglese scoprì la tomba di Tutankhamon, James Joyce pubblicò l’Ulisse, Iosif Stalin venne eletto segretario generale del Partito comunista dell’Unione Sovietica, e io venni al mondo.” 

 “In soffitta ho imparato a riconoscere dall’odore il rosso di cadmio e il giallo Napoli e cosa si prova a venire picchiati con una bacchetta di rattan intrecciata.”

 “La paura, dovevo ancora conoscerla.” 

 “La colpa non esiste – rispose lui.”

 “Quella sera mio padre mi mandò a chiamare. Quando era a casa se ne stava per lo più seduto in biblioteca. Leggeva volentieri e a lungo, romanzi russi, filosofia orientale, haiku.” 

 “Il silenzio divenne il mio modo di piangere.”

 “La verità. Hai detto che bisogna sempre dire la verità. Ma sulla mamma, menti.” 

 “La verità, figliolo, è come l’ibisco. Un giorno lo capirai.” 

 “In estate avevo sentito i garzoni di stalla parlare dei locali notturni segreti a Berlino, di prostituti di strada, di cocaina, di una fontana d’avorio in un Grand Hotel e di una ragazza nera che cantava su una carrozza trainata da uno struzzo.” 

 “Berlino sapeva di carbone, di sapone di resina, di gasogeni trasportabili, di cera per pavimenti e di barbabietole cotte.” 

 “Da lontano i tedeschi mi erano sembrati grandi, da vicino erano piccoli come me. Grande era solo la scenografia, le bandiere soprattutto. Le bandiere tedesche erano gigantesche.” 

 “Mostrami come un uomo tratta gli animali, e ti dirò se ha il cuore al posto giusto – disse.” 

 “Altri vedono il buio. Io vedo la bellezza.” 

 “Quando penso a quel giorno, la prima cosa che mi viene in mente è la luce. La luce di Berlino è spesso terza e fredda. Solo per pochi giorni, all’inizio della primavera, splende come in quel giorno. Ma probabilmente è così che voglio ricordarla.” 

 “Non ero in grado di opporre alcuna resistenza a quella donna. Respirava forte e mi teneva la mano. Era calda e morbida.” 

 “Come ho potuto essere così ingenuo? Ma non è forse una domanda che ci si pone sempre, quando si guarda al passato?” 

 “Pensavo a quanto sarebbe stato bello se fossimo state le uniche persone al mondo.” 

 “Ce la faremo. L’aveva detto mio padre. Ogni giorno in Germania mi ero attenuto a quelle parole e mi comportavo come se potessi convivere con quanto, in quel paese, accadeva agli ebrei. Avevo sopportato le bandiere con la svastica, avevo sopportato che mi salutassero con il braccio destro teso urlandomi addosso. In quel momento mi resi conto che era sbagliato.” 

 “Stella andò al banco, ordinò due Berliner Kindl. Stavamo tutti stretti e bevemmo in silenzio. La birra sapeva di detersivo per piatti. Era birra del tempo di guerra, a bassa gradazione alcolica.”

 “Facciamo quello che facciamo perché non possiamo fare diversamente.” 

 “Quella donna recitava così tanti ruoli, la modella nuda, la cantante con la voce sottile, la bellezza quando era distesa nella vasca da bagno, la penitente, la bugiarda, la vittima e la colpevole. Stella Goldshlag, la donna predatrice, la mia donna. Non so se sia sbagliato tradire una persona per salvarne un’altra. Non so se sia giusto tradire una persona per salvarne un’altra.” 

 “Eravamo soli al mondo.” 

 “Non sapevo che cosa sarebbe rimasto di quella donna una volta che fossero cadute tutte le menzogne.” 

 “Finalmente capii. C’è un momento, in ogni amore, in cui è troppo tardi per le risposte.” 

 “Alla fine della mia vita avrei voluto misurare la mia felicità non dall’amore che avevo ricevuto, ma da quello che ero riuscito a dare. Avrei potuto tentare di dimenticarla. La vita ci rende bugiardi.”